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mercoledì 29 luglio 2015

MILANO / Carreras alla Scala, il grande ritorno


MILANO - Sessantotto anni e non sentirli. La classe, l'eleganza e lo charme di José Carreras, passa il tempo ma non cambiano mai. Così Milano e la Scala sono ai suoi piedi per il concerto che domani, per lui che vi aveva debuttato nel 1975 col verdiano Un ballo in Maschera, registra il grande ritorno (e il tutto esaurito). Il programma spazia da Puccini a Elgar, da Scarlatti a Leoncavallo e Mascagni, ma senza i grandi cavalli di battaglia che infiammavano le platee ai tempi dei "tre tenori". Scelte raffinate, persino di nicchia, con solo una piccola strizzata d'occhio al repertorio napoletano di Mario Pasquale Costa ("Luna Nuova",  "Era de Maggio") e un'incursione nella zarzuela con Guastavino, Amadeu Vives e le canciones del messicano  Tata Nacho. Ad accompagnare il grande tenore catalano sarà il Quartetto d'Archi della Scala con il pianista Lorenzo Bavaj, che ha arrangiato la gran parte dei brani.

“Il ritorno di José Carreras - dice il Sovrintendente del Teatro alla Scala Alexander Pereira – cementa una relazione artistica e umana che nel corso dei decenni si è fatta sempre più profonda, concretizzandosi in interpretazioni che sono ormai pietre miliari nella storia del nostro Teatro. La presenza al suo fianco del Quartetto formato dalle nostre prime parti è la conferma dell’intesa e dell’identificazione tra il grande artista e la Scala”. E basta citare a tal proposito, oltre al Ballo del '75 (con Caballé e Bruson) La bohème diretta da Georges Prêtre e spettacoli storici come il Don Carlo di Abbado e Ronconi per l’inaugurazione 1977/78 e la leggendaria Forza del destino diretta da Patané nel 1978. E ancora, Andrea Chénier con Chailly, I Lombardi con Gavazzeni, Carmen con Abbado...

"Dopo cinque anni d’assenza, tornare a Milano è un sogno: nessun teatro è come questo", esordisce Carreras con un sorriso. Per lui, che pure ha calcato le scene di tutto il mondo cantando con tutti i mostri sacri della sua generazione, la Scala resta il top: "E' il teatro che fa le produzioni musicali più straordinarie, è il meglio che offre la lirica del mondo. Poterci tornare mi fa sentire un uomo fortunato".
Spiega di aver scelto per il concerto un repertorio che gli si addice e che sente suo, al di là della popolarità dei pezzi. Al pubblico più vasto, del resto, ha già dato: con Domingo e Pavarotti a inizio anni Novanta ha portato folle oceaniche alle Terme di Caracalla a Roma e allo stadio di Los Angeles, ha venduto milioni di dischi, ha attirato alla lirica ascoltatori che altrimenti non se ne sarebbero forse mai interessati. E lo ha fatto con la classe e la misura che lo hanno sempre contraddistinto.
Una misura che sfoggia, sempre, nelle risposte. Cosa si sente di consigliare, lui che è stato uno dei più grandi, ai giovani tenori d'oggi? "Vorrei avere le parole giuste, vorrei poter dire loro di non maltrattare la voce, di cantare col cuore. Serve talento, istinto, ispirazione. Ma prima di tutto è fondamentale la tecnica, serve la disciplina, nel canto come ovunque". Ha mai pensato di fare didattica e di dedicarsi all'insegnamento? "Non è detto che chi ha avuto una grande carriera debba per forza essere anche un grande insegnante".
Qual è il compositore che ha trovato in assoluto più nelle sue corde? "Difficile dirlo, ho cantato molto e ho anche accettato delle sfide, come nell'Otello di Rossini. Alla fine però dico Verdi".  
Ultima domanda, la nostra, è sul Poliuto di Donizetti. "Poliuto inaugurò la stagione della Scala nel 1960 con Corelli, Callas e Bastianini in una serata che divenne leggenda. Poi venne il suo con la Ricciarelli. Come mai praticamente nessuno più lo mette in scena, pur essendo un'opera raffinatissima e magnifica?". "Forse proprio per quello - risponde, gli occhi accesi -. Donizetti non si discute. Ma per Poliuto servono interpreti eccezionali". "Ce ne sono, maestro?". Sorride, annuisce, ma non fa nomi. Interviene Pereira e si lascia andare: "Si potrebbe anche fare, un Poliuto alla Scala, perché no? Il mio mandato è lungo...". A questo punto, un sorriso di soddisfazione scappa anche a noi.

Elena Percivaldi



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Concerto straordinario
Milano, Teatro alla Scala, 30 luglio 2015, ore 20
Programma

 

TenoreJosé Carreras
PianoforteLorenzo Bavaj
Quartetto d'Archi della Scala
Violino Francesco Manara
ViolinoDaniele Pascoletti 
ViolaSimonide Braconi
VioloncelloMassimo Polidori

 

PROGRAMMA

Alessandro Scarlatti 
"O cessate di piagarmi
arrangiata da Sascha Goetzel
Mario Pasquale Costa
"Luna Nova"
arrangiata da Luca Logi
"Era de maggio"
arrangiata da Luca Logi
Giacomo Puccini 
"Crisantemi 
per quartetto d'archi 
Francesco Paolo Tosti 
"Segreto" 
arrangiata da Luca Logi 
"Sogno"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
"La Serenata"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Ruggero Leoncavallo
"Valse coquette"
per pianoforte e quartetto d'archi 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Giacomo Puccini 
"Terra e mare" 
arrangiata da Luca Logi
"Sole e amore"
arrangiata da Roberto Molinelli
Carlos Guastavino 
"La rosa y el sauce"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Tata Nacho 
"Tengo nostalgia de ti"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
"Íntima" 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Edward Elgar
"Salut d'amour"
per pianoforte e quartetto d'archi 
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Amadeu Vives
"L'Emigrant"
arrangiata da Lorenzo Bavaj
Edvard Grieg
"T'estimo"
arrangiata da Luca Logi
Pietro Mascagni 
da Cavalleria Rusticana
"Intermezzo" 
per pianoforte e quartetto d'archi
arrangiato da Lorenzo Bavaj
Nicola Valente
"Passione"
arrangiata da Christian Kolonovits
Furio Rendine
"Vurria"
arrangiata da Luca Logi
Info e biglietti: www.teatroallascala.org

PESARO / Tournée in Libano per la Filarmonica Gioachino Rossini

PESARO - Un anno di vita e primi grandi traguardi per la Filarmonica Gioachino Rossini. Fondata nel 2014 da Michele Antonelli assieme a un gruppo di affermati musicisti marchigiani tutti con già alle spalle un'importante attività artistica internazionale, l'orchestra ha iniziato sin da subito a collaborare con il  ROF Rossini Opera Festival e con l’Ente Concerti di Pesaro, e nel giro di poci mesi ha avviato una partnership pluriennale con il progetto formativo La Bottega Peter Maag di Verona, in gemellaggio con Pesaro, e per la DECCA ha registrato un cd musicale (in uscita a settembre) con il celebre tenore Juan Diego Florez. Ora il debutto internazionale, con un concerto lirico-sinfonico, stasera  29 luglio al libanese Beiteddine Art Festival, superstar sempre Florez e la soprano libanese Joyce El Khoury. Un battesimo "di fuoco", certo, ma sarà solo l'inizio: seconda tappa il 27 agosto, con  Anna Netrebko; e il 29 marzo 2016 parteciperà al Rosenblatt Recitals Series alla Royal Albert Hall di Londra, ancora una volta con Florez.
Un’orchestra in rapida crescita: dal mese di giugno ha come direttore principale il maestro Donato Renzetti, e ad agosto sarà alla 36a edizione del Rossini Opera Festival di Pesaro con “Il viaggio a Reims” diretta da Manuel López-Gómez (14 e 17 agosto), e “La Messa in Gloria”, tenore J.D.Florez, diretta da Roberto Abbado (15 e 18 agosto).

La prima ufficiale della FGR diretta da Renzetti si terrà però il 21 agosto a Pesaro nel suggestivo scenario di Rocca Costanza, con l’Ente Concerti, e con il maestro l’orchestra porterà il 5 settembre al Teatro Rossini la Première de “Le Nozze di Figaro”, frutto del lavoro di studio e allestimento dell’Opera, a conclusione del  laboratorio lirico con La Bottega Peter Maag. Opera che andrà in scena anche a Jesi e a Verona. Il progetto dedicato a Mozart proseguirà nel 2016 con l’allestimento del “Don Giovanni” e nel 2017 di “Così  fan tutte”. In mezzo, stage e masterclasses per direttori, cantanti e maestri collaboratori, al Teatro Rossini e al Teatro Sperimentale di Pesaro e al Teatro Comunale di Cagli, dove gli allievi studiano a contatto e a confronto con l’orchestra.

Sito ufficiale: http://www.fgr-orchestra.com

ROMA / Crowdfunding per la musica barocca

VOLENTIERI DIFFONDIAMO QUESTA IMPORTANTE INIZIATIVA PROMOSSA DA IBAROQUE
(Fonte: www.ibaroque.it
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Il Canto di Europa

Tre Concerti e una Conversazione in Musica

per ascoltare il suono dell'Europa Barocca

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Presentazione
Sarà anche un linguaggio universale, la musica, ma è innegabile che ogni luogo in cui la si fa finisce per imprimere su di essa il proprio carattere. 
Il-Canto-di-Europa-web
Lo fa a modo suo, a volte con atteggiamenti immediatamente decifrabili, altre volte tramite influenze più indirette: la vena melodica, per la quale gli italiani sono famosi almeno dal XIV secolo, sembra una conseguenza quasi scontata, una sorta di effetto collaterale della solare e mediterranea espansività della nostra gente; meno immediate, almeno ai nostri occhi, possono apparire le ragioni etniche della peculiare dolcezza armonica con la quale la musica inglese ha incantato le orecchie continentali e condizionato la musica al di qua della Manica fin dai tempi dalla Guerra dei Cento Anni. Differenze "regionali" che disegnano una carta geografica dai confini incerti e mobili che solo per comodità e con una certa imprecisione si fanno coincidere con quelli tracciati dalla geopolitica; caratteristiche intorno a cui nei secoli si sono si sono materializzati campanilismi ed esterofilie, spinte emulative e reazioni censorie che hanno contribuito a mescolare le tinte pur senza mai cancellare del tutto il marchio che il luogo di origine imprimeva ad ogni opera musicale. Ed anche oggi, nei giorni del mondo in una mano, dei last minute e dei low cost, così come il vero caffè si gusta solo a Napoli, il vero rock è roba da anglosassoni, e se si è in cerca di reggae o di ruhm è solo verso la Giamaica che occorre puntare il navigatore.
Attraverso un ciclo di tre concerti e una conversazione in musica, il nostro progetto disegna una mappa sonora dell'Europa come la si sarebbe potuta ascoltare negli anni che con qualche approssimazione i manuali di storia della musica etichettano con il termine "Barocco". Un viaggio in quattro tappe, ciascuna dedicata ad una grande nazione eropea e al repertorio musicale che la caratterizzava nei secoli XVII e XVIII: Inghilterra, Italia, Francia, Germania.
Chi Siamo
Il progetto iBaroque nasce dall'incontro di un piccolo gruppo di amici, musicisti, storici dell'arte e musicologi accomunati dalla passione per la musica e l'arte barocca e uniti dalla convinzione che l'arte dei suoni organizzati abbia contenuti più profondi di quelli che solitamente le attribuisce l'estetica della musica come pret-a-porter delle emozioni, oggi tanto di moda anche tra i melomani e gli appassionati.
Noi crediamo che dall'indagine sui legami tra musica, arte, architettura, filosofia ed estetica possa scaturire un'esperienza più ricca ed intensa sia per chi ascolta che per chi esegue, così come siamo consapevoli che per rendere appieno l'attualità del messaggio artistico dei grandi capovalori del passato non è possibile prescindere dai meccanismi di comunicazione tipici della nostra epoca.
Per questo i nostri eventi uniscono le competenze sulla prassi esecutiva d'epoca su strumenti originali alle più aggiornate tecnologie multimediali, competenze unite in un linguaggio nuovo e in un nuova strategia comunicativa, in grado di unire piacevolezza a profondità di contenuti; un inedito modo di tessere il legame con il pubblico che è il nostro marchio di fabbrica e che noi chiamiamo "EntArteinment".
La Struttura del Progetto
Cosa
"Il Canto di Europa" è un ciclo di tre concerti e una conversazione in musica dedicati agli stili musicali dell'Europa barocca. Ognuno dei quattro eventi sarà dedicato alla musica di una diversa nazione, e ne sottolinea le caratteristiche dello stile e del linguaggio. 


Inghilterra - Fair Britain Isle
Musiche di John Dowland, Richard Farrant, Anonimo, John Bennet, William Byrd, Orlando Gibbons, ecc.
Riccardo Pisani, tenore
Valentina Nicolai, Andrea Lattarulo, Silvia de Maria & Diana Fazzini, viole da gamba


Italia - O sia tranquillo il mar
Musiche di Claudio Monteverdi, Michelangelo Rossi, Girolamo Frescobaldi
Ensemble Arte Musica
Andrés Montilla, tenore
Riccardo Pisani, tenore
Francesco Tomasi, tiorba
Silvia de Maria, viola da gamba
Francesco Cera, direttore & clavicembalo


Francia - Une après-midi à Versailles
Musiche di Jean-Marie Leclair, François Couperin 
Manuel Granatiero, flauto traversiere
Silvia de Maria, viola da gamba
Massimiliano Faraci, clavicembalo


Germania - La Musica del Mondo
La vera storia del conte von K. e del musicista che lo aiutò a dormire
Musiche di Johann Sebastian Bach
Giovanni Cappiello, musicologo
Il Bizzarro Consort
Silvia De Maria, Valentina Nicolai & Andrea Lattarulo, viole da gamba
Sara Osenda, clavicembalo


Quando
Il ciclo sarà realizzato nel mese di ottobre 2015 nel corso di due weekend: sabato 3/domenica 4 e sabato 24/domenica 25.
Dove
Gli eventi si terranno presso la stupenda Sala Capitolare del Convento dei Domenicani della Minerva, in piazza della Minerva a Roma.
Chi
I concerti saranno realizzati da alcuni dei più interessanti musicisti della scena romana, italiana ed europea specializzati nel repertorio barocco eseguito su strumenti originali e secondo le prassi esecutive d'epoca.
Obiettivo del Crowdfunding
Grazie alla generosità dei Padri Domenicani della Minerva il progetto "Il Canto di Europa" può contare sulla disponibilità gratuita degli spazi, in questo caso la splendida Sala Capitolare del Convento di Santa Maria sopra Minerva. Il finanziamento ci occorre per quindi per:
- i compensi ai musicisti impegnati (nel complesso sono coinvolti 20 interpreti, per l'impegno di ciascuno abbiamo previsto un gettone di 200 euro) la cifra complessiva è quindi di 4000 €;
- i rimborsi per i musicisti fuori sede. Siamo riusciti a ridurre questa voce ai soli rimborsi di viaggio, stimati a 400 euro per i musicisti fuori sede;
- le spese per il trasporto delle attrezzature e degli strumenti stimate a 200 euro complessivi;
- le spese di organizzazione e promozione, stimate in 400 euro.
Il totale del finanziamento ammonta quindi a 5000 euro.
Un'idea di Giovanni Cappiello
Direzione artistica: Silvia De Maria
Grafica, Web, Reti Social: Lucia Franzina

martedì 28 luglio 2015

TORRE DEL LAGO / Trionfo per la Tosca della Dessì, gelo per Paladino

Al via il 61° Festival Puccini di Torre del Lago tra polemiche e defezioni.
Il pubblico applaude gli interpreti, gelo sulla regia e sulla scenografia di Paladino

In scena la Tosca, per la Dessì è trionfo

di Elena Percivaldi

TORRE DEL LAGO - Le carte per il successo c'erano tutte. Uno dei titoli più popolari di Puccini apriva il Festival di Torre del Lago con due superstar della lirica come Daniela Dessì e Fabio Armiliato nei ruoli dei protagonisti e le scenografie di un artista notissimo e apprezzato come Mimmo Paladino a far da padrone sul palco. Ma ci si sono messe le polemiche. Dapprima hanno accompagnato la nomina a presidente del Festival Pucciniano, il primo luglio, di Alberto Veronesi con conseguente revoca dell'incarico al vecchio presidente Adalgisa Mazza e azzeramento dei Cda e Cdi. Poi sono esplose virulente a seguito della richiesta agli artisti, da parte della nuova presidenza, di ridursi il cachet già stabilito anche del 50 per cento. E poi nei caldissimi giorni precedenti l'avvio (giovedì 22) è arrivato il cambio della regista Vivien Hewitt dopo ben dodici giorni di prove, sostituita non si è ben capito perché da Giorgio Ferrara, con relativo codazzo giudiziario e accordo in extremis su nuove produzioni da realizzare. Infine, la sorpresa (per molti giunta addirittura a rappresentazione iniziata: il nome non era nemmeno sul cartellone!) del forfait di Armiliato, sostituito al volo, il giorno stesso, da Aquiles Machado che i retroscena dicono esser giunto di corsa da Tel Aviv e buttato in scena senza nemmeno aver avuto il tempo di provare.
Insomma, più accidentata di così, la “Tosca” che apriva la 61ma edizione del Festival non poteva essere. E se pure c'è stato un gran successo di pubblico (anche se non si è registrato il tutto esaurito), lo spettacolo che è andato in scena tra alti e bassi, nel complesso non ha del tutto convinto se non addirittura ha deluso.

Cominciamo dalla parte musicale. Valerio Galli, viareggino, si sente che Puccini ce l'ha nel sangue. La sua bacchetta è fluida e corretta, altrove ha regalato interpretazioni egregie ma in questa occasione l'aria – vuoi per le polemiche, vuoi per le oggettive difficoltà con Machado con cui non ha provato - era strana e anche lui ne ha un po' risentito. Il primo atto ha registrato qua e là tempi un pochetto mosci e colori troppo uniformi. I finali invece sono stati, tutti e tre, veramente incisivi. Ma sicuramente nelle prossime recite darà di più.
Daniela Dessì ha condotto come al solito in maniera eccezionale, da veterana del ruolo del titolo, lo spettacolo confermandosi ancora una volta una gran gioia per gli occhi e per le orecchie. La presenza scenica è sempre superba, di Tosca dimostra di possedere ogni piccola sfumatura che rende recitando ma anche con grande generosità di voce sempre piena, rotonda, sicura. Il pubblico, che l'ha accolta con un'ovazione ha poi applaudito a lungo il suo sentitissimo e commovente “Vissi d'arte”, chiedendo a gran voce il bis subito concesso. Una performance di classe adamantina per una gran signora della lirica, e il trionfo è assolutamente meritato.
Non altrettanto si può dire di Aquiles Machado, cui però occorre riconoscere tutte le attenuanti dell'arrivo in corsa da lontano e della quasi assenza di prove. La voce è parsa poco squillante e giù di tono, probabilmente per la stanchezza e lo stress accumulato. Buona nei centri, è sempre stata invece in notevole difficoltà sugli acuti e nel primo atto ha denunciato qualche problema di controllo. Ha comunque carburato col tempo e da un inizio decisamente in sordina (“Recondita armonia” stiracchiata e flebile) ha preso via via coraggio fino al finale in crescendo, risultando comunque nel complesso un Mario Cavaradossi poco più che sufficiente. Da riascoltare.
Alberto Mastromarino ha tratteggiato uno Scarpia cattivo ma non troppo, con un timbro però forse un po' appannato rispetto al solito e il volume un po' meno corposo. Non lo ha aiutato la regia del secondo atto, decisamente statica e deprimente con lui che avrà mosso si e no dieci passi restando per il resto inchiodato dietro alla scrivania.
Sufficienti il Sacrestano di Angelo Nardinocchi, lo Sciarrone di Velthur Tognoni, buoni lo Spoletta di Ugo Tarquini e il Carceriere di Pedro Carillobuono, così così l'Angelotti di Luigi Roni, interessante il Pastorello di Marco Rimicci che cammina tra il pubblico. Menzione anche per il coro e le voci bianche. Alla fine applausi per tutti gli interpreti, con ovazioni per la Dessì e Galli.

Gelo iniziale e poi qualche fischio e buu, invece, per la parte di scenografia e regia che, in effetti, ha lasciato molto perplessi. Per la regia si registra qualche incongruenza (il ventaglio della Attavanti menzionato da Scarpia ma che compare in ritardo), ma soprattutto tanta (troppa!) staticità (il già menzionato Scarpia inchiodato alla scrivania per tutto il secondo atto, il coro che si muove al rallentatore e poi se ne sta fisso con effetto surreale, ecc.). Per la scenografia, invece... Mimmo Paladino, artista che peraltro di solito appreziamo, ha voluto raccontare l'opera (lo ha spiegato in un'intervista) «visivamente attraverso oggetti simbolo». Quindi, via la chiesa di Sant’Andrea della Valle, sostituita da un portale al centro della scena fatto di marmo e cemento, simil chiesa anni Settanta tanto orribile, come i modelli che richiama, da invocare la ruspa. Via l’altare della Madonna, al suo posto una semplice forma geometrica e un quadro vuoto («perché lo spirituale – dice - non può avere forma figurativa, non si può catturare in un’immagine e non lo si può rappresentare»: e tutta l'arte sacra occidentale dove la mettiamo, Maestro?). Via il barocco Palazzo Farnese, sorge invece una questura post-contemporanea fatta di muri a striature bianche e rosse, alle pareti le foto segnaletiche delle vittime di Scarpia, manco fossimo a Guantanamo. Via la statua di San Michele Arcangelo, al suo posto un meteorite che cadendo ha trascinato con sé le stelle evocate dal Cavaradossi, che si illuminano sinistramente effetto albero di Natale mentre il tenore le canta. Finale col suddetto meteorite che si spalanca e Tosca che si lancia da lì nel vuoto (?). Via tutto. Ok. Ma perché? E per dire che cosa? Sinceramente non si è capito. Per noi una scenografia fredda come il ghiaccio (e meno male che è Tosca, sinonimo di passione), paurosamente inutile, ma soprattutto (stiamo parlando di Puccini, e siamo in Italia, che diamine!) esteticamente brutta. In un'occasione così, davvero un peccato. 


(Tratto da Classicaonline

martedì 21 luglio 2015

PESARO / Inaugura Casa Rossini con un percorso nuovo e multimediale

PESARO - A distanza di due anni da quella dei nuovi Musei Civici di Palazzo Mosca, a Pesaro arriva finalmente anche l'inaugurazione della Casa natale di Gioachino Rossini, completamente rinnovata nel  suo allestimento e nel suo percorso scientifico. La riapertura si terrà lunedì 27 luglio con una lunga serata dalle 18.30 alle 23 (ingresso  libero con card Pesaro Cult) e ad accogliere i visitatori, sulle note del "Barbiere di  Siviglia", torna Figaro, con gli strumenti del mestiere, che sarà a disposizione per barba e capelli in un angolo ad hoc: iniziativa "pop" di sicura presa sul pubblico generalista (un po' meno, forse, sui melomani... ).
L’intervento di riqualificazione di Casa Rossini rappresenta un vero unicum a livello nazionale per tipologia e per modalità di finanziamento, rafforzando l’identità di Pesaro come città della musica e anticipando il triennio 2016-2018 che sarà dedicato proprio al suo più famoso concittadino con eventi e manifestazioni.
Le novità sono diverse. Partendo dal percorso, la Casa amplia i suoi spazi: il secondo piano  ospita documenti di interpreti e di opere rossiniane ma sarà dedicato anche in parte ad ospitare mostre tematiche temporanee.
Il piano terra è stato completamente rivoluzionato, diventa spazio ad ingresso libero dove il visitatore, oltre all’accoglienza e alla biglietteria, può trovare un vero e proprio Store dedicato al Cigno, l’unico presente a Pesaro e potremmo dire al mondo, un riferimento per gli appassionati di Rossini, e non solo, alla ricerca di una vasta gamma di materiale di qualità: CD, DVD, pubblicazioni antiche, testi editi dalla Fondazione Gioachino Rossini, merchandising dedicato, artigianato artistico d’eccellenza.
Naturalmente il percorso museale è stato ridisegnato tenendo conto delle nuove tecnologie multimediali:  oltre alla Sala audio e video, nuovi contenuti e materiale grafico digitalizzato (spartiti autografi di opere e lettere) sono consultabili su touch screen lungo il percorso e apposite postazioni consentono l’ascolto di registrazioni sonore dei documenti/lettere, così da comprendere al meglio le vicende biografiche e artistiche di  Rossini. Né potevano mancare gli occhiali speciali - di Art Glass - che permetteranno di inserirsi nel mondo del compositore accompagnati virtualmente da lui stesso lungo le stanze dove abitò, raccontando la sua vita ricca di aneddoti privati, presentando alcune opere e leggendo alcune sue lettere.
Per i disabili, essendo la Casa monumento nazionale (e quindi non si è potuto intervenire per rendere accessibile il secondo piano abbattendo le barriere architettoniche), sarà possibile comunque fruire interamente dell'esperienza museale grazie agli apparati didascalici e ai nuovi strumenti digitali. Una brochure di presentazione della casa e didascalie delle opere principali sono disponibili con testo in braille, così come tavole a rilievo permettono ai non vedenti di consultare spartiti e lettere autografe di Rossini. Al piano terra (con accesso libero) nella Sala audio e video, è possibile ascoltare opere rossiniane e guardare un video che presenta luoghi e istituzioni legate al compositore presenti nella città di Pesaro. I non vedenti inoltre possono usufruire di audioguide e per i non udenti sono a disposizione video guide in lingua italiana dei segni LIS. Ad arricchimento del percorso di visita si prevede altresì la possibilità di esplorazione tattile di alcune opere esposte, come ad esempio i busti di Rossini.
Durante il Rossini Opera Festival (10-22 agosto) partirà inoltre la nuova raccolta fondi finalizzata al restauro del fortepiano appartenuto al compositore. Importante opera storica da ricollocare nella Casa natale del Cigno, oggi al passo con i tempi e ancora più carica di suggestioni.

Info: +39 0721387541
pesaro@sistemamuseo.it
www.pesaromusei.it 

venerdì 17 luglio 2015

URBINO / Torna il Festival di Musica Antica: un mese di grandi concerti, corsi e mostre

Tra i protagonisti Sara Mingardo, Rinaldo Alessandrini, l’Ensemble Odhecaton, Pino De Vittorio, Alessandro Quarta, Enrico Gatti, Gaetano Nasillo e Rachel Brown. Continua l'impegno verso le nuove generazioni con Urbino Musica Giovani: corsi strumentali per ragazzi dai 6 ai 16 anni

URBINO / Torna l’appuntamento con il Festival di Musica Antica di Urbino, giunto quest’anno alla 47a edizione. Dal 18 luglio al 14 agosto, i grandi interpreti della musica antica si riuniscono nella città di Raffaello per il festival organizzato annualmente dalla FIMA (Fondazione Italiana per la Musica Antica) con un variegato calendario che partendo dalla musica della tradizione popolare con le Tarantelle del Rimorso interpretate da Pino De Vittorio giungerà al repertorio che da anni è di casa al festival e che quest’anno spazierà dal Rinascimento al periodo Classico: passando per capolavori quali la musica vocale di Monteverdi, il repertorio sacro vocale concertato, le Variazioni Goldberg di Bach e le musiche di scena di Purcell per The Fairy Queen. Urbino, città museo dal 1998 patrimonio dell’umanità, sarà di nuovo protagonista della scena musicale internazionale e farà da sfondo ai concerti del festival e alle lezioni dei corsi di perfezionamento rivolti anche ai più piccoli: Urbino Musica Giovani è il corso per i giovani musicisti di ogni livello (di età compresa tra i 6 e i 16 anni) invitati a confrontarsi attraverso lo studio delle più belle pagine del repertorio antico e barocco. Dieci intensi giorni, dal 18 al 28 luglio, durante i quali centinaia di musicisti e appassionati giungeranno a Urbino da ogni parte del mondo per frequentare corsi di canto, musica e danza medievale, rinascimentale e barocca.
Urbino Musica Antica si conferma così come punto di riferimento per l’approfondimento della prassi esecutiva antica anche grazie alla sinergia che si realizza tra gli allievi dei corsi di perfezionamento che di anno in anno si confermano come dei veri e propri laboratori di produzione musicale, in cui l’esperienza  della musica viene vissuta in una cornice fuori dal tempo, assolutamente in accordo il repertorio eseguito.
Il Festival, sotto la direzione artistica di Marcello Gatti, ha il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Inoltre, è organizzato con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, del Comune di Urbino, della Comunità Montana dell'alto e medio Metauro, dell'ERSU, della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Centro Provinciale Promozione Beni Culturali, e della Commissione Nazionale Italiana UNESCO e promosso dalla Città di Urbino – Assessorato Rivoluzione, Cultura e Agricoltura, Difesa del paesaggio e del Centro guidato da Vittorio Sgarbi.


IL FESTIVAL
Il Festival si apre sabato 18 luglio (Salone Raffaello ore 21.30) con Pino De Vittorio, una delle voci più note e amate della tradizione meridionale e della musica antica italiana. Con lo spettacolo Le Tarantelle del Rimorso guiderà il pubblico in una dimensione vicina alla musica popolare, (tarantelle, serenate, canti d'amore e di lavoro, nenie e stornelli del Sud), con canti struggenti ed evocativi di un mondo che non c’è più. Alla chitarra battente, Marcello Vitale.

Un’atmosfera del tutto diversa è quella che fa da cornice al concerto di domenica 19 luglio (Salone Raffaello ore 21.30), dove quattro virtuosi internazionali, tra cui la flautista inglese Rachel Brown (una delle più affermate interpreti di questo strumento), il violinista brasiliano Rodolfo Richter, il violista da gamba argentino Juan Manuel Quintana e il clavicembalista greco Panos Illiopoulos impaginano un programma che li vede impegnati nella musica da camera ambientata alla corte francese di Luigi XV: Les goûts-réunis, con musiche di F. Couperin, J. M. Leclair, M.Blavet, G. Ph. Telemann, mettendo in evidenza la fusione degli stili musicali italiano e francese.

Lunedì 20 luglio (Salone Raffaello ore 19), torna un grande classico e uno dei monumenti della letteratura clavicembalistica: le Variazioni Goldberg BWV 988 di J.S. Bach, eseguite dall’affermato tastierista Giovanni Togni. Sempre il 20 luglio al Salone Raffaello ma alle 21.30, un altro eccezionale concerto solistico tenuto dal violoncellista Gaetano Nasillo. Pour le violoncelle seul è il titolo del programma in cui Nasillo, partendo dal repertorio barocco con mirabolanti trascrizioni dal violino di Bach, arriverà al classicismo e culminerà nel virtuosismo preromantico di Paganini .

Martedì 21 luglio il Salone Raffaello (ore 21.30) vedrà due ospiti d’eccezione, il violinista Enrico Gatti, caposcuola del violino barocco in Italia, e il clavicembalista Rinaldo Alessandrini che può a giusto titolo essere considerato uno degli ambasciatori della musica barocca italiana nel mondo. Entrambi impegnati in masterclass tenute presso i corsi, proporranno un affascinante viaggio musicale, dal Rinascimento a Bach, dal titolo “Ragione e stravaganza”, con musiche di D. Ortiz, J. Heinrich Schmelzer, F. Geminiani, J. S. Bach, F. M. Veracini.

Mercoledì 22 luglio (Salone Raffaello ore 19) l’eclettico flautista Michael Form, accompagnato dall’esuberante clavicembalista Stefano Demicheli, si esibirà nel Salone Raffaello in un originale recital intitolato Il postiglione che oltre a musiche di classici del barocco strumentale quali Loeillet, Veracini ed Händel si avventurerà nell’ardita ricostruzione di sonate di J.S. Bach per flauto dolce e clavicembalo.
Sempre mercoledì 22 luglio - per la prima volta nella storia del Festival - il concerto si terrà a Pesaro (Chiesa della Santissima Annunziata ore 21.30). Il mezzosoprano di fama mondiale Sara Mingardo terrà un concerto in cui si alterneranno brani solistici a brani di insieme, da Monteverdi a Strozzi e altri artisti del ‘600 italiano, in cui saranno protagonisti anche gli allievi impegnati nella sua masterclass. Al clavicembalo, Giorgio Dal Monte. Il concerto di Pesaro segna l’inizio di un’interessante collaborazione tra Urbino e Pesaro con lo scopo di promuovere e sviluppare una serie di avvenimenti culturali proposti da entrambe le città.

Giovedì 23 luglio al Salone Raffaello (ore 21.30) il quartetto Alea (composto da Fiorenza De Donatis, Andrea Rognoni, Stefano Marcocchi, Marco Frezzato) propone un interessante concerto dedicato a L’invenzione del Quartetto, con musiche di Haydn e Boccherini. I membri del quartetto Alea, che si esibiscono su strumenti originali del periodo Classico, oltre ad essere impegnati come prime parti di celebri ensemble di musica antica, sono annoverati tra i migliori interpreti della nuova generazione.


Venerdì 24 luglio (Palazzo Ducale ore 21.30) è la volta dell’Ensemble Ab Chordis, un complesso italiano che si è formato in seno alle masterclass di Urbino, è costituito interamente da giovani ed entusiasti musicisti particolarmente carichi di nuove energie e con personalità di grande carisma. Il gruppo si sta rapidamente affermando, anche all’estero. Unitate Melos: I Virtuosi Maestri Accademici Filarmonici di Bologna è il titolo del programma della serata, un percorso di musica sacra che ruota intorno ai maestri della prestigiosa accademia bolognese: Colonna, Perti, Torelli, ma che ha come centro l’eccezionale figura di Padre Martini, compositore, didatta e collezionista che con la sua biblioteca ci ha lasciato uno dei maggiori patrimoni musicali del mondo.
Odhecaton

Sabato 25 luglio, il Salone Raffaello (ore 21.30) ospiterà il concerto dell’affermato e apprezzato a livello internazionale Ensemble vocale Odhecaton, che eseguirà il programma che forse più di ogni altro si fonde con l’atmosfera storica e artistica di Urbino rinascimentale: FLOS FLORUM - Simbologia del numero e devozione mariana nella polifonia franco-fiamminga (musiche di G. Dufay, J. Ockeghem, J. Desprez , A. Brumel, J. Obrecht).

Domenica 26 luglio alle 21.30 si torna nel meraviglioso Cortile d’Onore di Palazzo Ducale ospiterà l’Orchestra barocca del Festival UMA, che quest’anno sarà guidata da Alfredo Bernardini: come è ormai consuetudine l’orchestra è formata dai migliori allievi realizza un programma preparato durante i dieci giorni dei corsi. Il programma di quest’anno è dedicato a Henry Purcell e alle musiche di danza di J. F. Rebel, che verranno effettivamente danzate dai docenti di danze storiche Gloria Giordano e Lieven Baert. Di Purcell verranno eseguiti alcuni estratti da The Fairy Queen, Terza delle semi-operas composte per la United Company del Theatre Royal e condannata da alcuni critici come dissacrazione del Sogno di una notte di mezza estate shakespeariano. The Fairy Queen è forse il lavoro teatrale più raffinato e accurato di Purcell, che revisionò la partitura nel 1693, ampliandola. Non sono musicati i versi di Shakespeare: gli inserti musicali consistono in masques aggiunti al dramma.

Lunedì 27 luglio (Salone Raffaello ore 19) sarà l’occasione per ascoltare un inconsueto concerto per clarinetto classico e quartetto d’archi dal titolo “Il clarinetto d’amore e la teatralità nella musica strumentale: un viaggio nell’opera senza cantanti” con un pezzo forte della letteratura per fiati, il Quintetto in la maggiore K 581 di Mozart. Protagonisti saranno Lorenzo Coppola, un virtuoso ma anche uno dei maggiori studiosi del clarinetto, e il suo ensemble spagnolo El teatre instrumental (Timoti Fregni, violino; Irantzu Zuasti, violino; Nùria Pujolras, viola; Dimitri Kynisis, violoncello). Il concerto sarà presentato dallo stesso Coppola che illustrerà la storia dello strumento e della sua musica. Coppola e il suo Ensemble El Teatre Instrumental si ispirano alla tradizione classica con l’intento di coniugare una ricerca storica rigorosa ad una comunicazione col pubblico diretta e spontanea. Ciò avviene grazie alla scoperta e alla divulgazione delle connessioni espressive esistenti tra musica strumentale e opera.

Martedì 28 luglio (Salone Raffaello ore 21.30) l’Ensemble vocale e strumentale della FIMA, formato in massima parte da studenti del corso e da giovani professionisti, guidati da Alessandro Quarta, eseguirà il programma Händel a Roma: salmi concertati e mottetti di Händel, Scarlatti, Bencini e altri splendidi inediti che costituirà un grandioso epilogo della programmazione di luglio.

Un’altra novità di questa edizione è il concerto finale del 14 agosto che crea per la prima volta un collegamento con la Festa del Duca che si tiene a Urbino proprio dal 14 al 16 agosto. Durante i tre giorni di agosto il centro storico della città torna al tempo del Rinascimento e si anima con mercati storici, danze e spettacoli per far conoscere il glorioso passato del Ducato urbinate. Sarà l’Ensemble Bella Gerit (Palazzo Ducale ore 21.30) il protagonista dell’ultimo concerto e presenterà un programma di musiche ambientate alla corte di Urbino nel Rinascimento: brani scritti da musicisti attivi nel XVI secolo a Urbino, quali il fiammingo Leonard Meldert, conservati in preziosi manoscritti come il ‘Medici Codex 1518’ e dedicati ai potenti mecenati locali: il Duca Guidubaldo II della Rovere, suo fratello il Cardinale Giulio Feltrio della Rovere e Lorenzino de’ Medici.

I CORSI DI SPECIALIZZAZIONE
Torna il consueto appuntamento con i Corsi di Musica Antica di Urbino che si svolgeranno dal 18 al 28 luglio sempre nella città marchigiana. Nell’ambito dei corsi, le classi di musica da camera daranno vita alle  «Armonie al crepuscolo», concerti nei luoghi storici della città e in programmazione in diversi momenti della giornata, e nella formazione dell'orchestra barocca alla quale sarà affidato il concerto di chiusura del festival. Di particolare interesse, oltre al già citato Urbino Musica Giovani, saranno novità quali la masterclass di canto affidata a Sara Mingardo, il corso di Canto madrigalistico tenuto da Alessandro Quarta, il corso di clavicembalo tenuto da Rinaldo Alessandrini, quello di Ornamentazione tenuto da Enrico Gatti oltre ai corsi di flauto dolce, trombone, violino barocco, liuto, oboe, etc. I corsi sono aperti ad allievi professionisti e ad appassionati dilettanti, un aspetto questo che li rende unici nel loro genere e che contribuisce a creare un’atmosfera quanto mai composita e favorevole alla socializzazione.
Tutte le informazioni necessarie su programmi dettagliati, regolamento dei corsi, quote di iscrizione e prenotazione alloggi ad Urbino si trovano sul sito FIMA: www.fima-online.org

LA MOSTRA DEGLI STRUMENTI ANTICHI
Consueta appendice ai Corsi è la ventesima edizione dell’esposizione di strumenti antichi, Strumenti della musica antica, che si terrà il 25 e il 26 luglio presso il foyer del Teatro Sanzio. La mostra accoglierà per un week end liutai italiani e stranieri per offrire ai musicisti riuniti a Urbino un appuntamento con l’eccellenza della liuteria per gli strumenti medievali e barocchi. La manifestazione è aperta anche a case discografiche e a editori musicali e rappresenta un’occasione di incontro e confronto per un settore di alto artigianato apprezzato in tutto il mondo.
Il prezzo dei biglietti dei concerti varia da €8 a €15;
Abbonamento €50 studenti €70 intero

Info: www.fima-online.org Tel. 063210806
Prevendita: MARCHIONNIVIAGGI - Tel. 0722/328877 - Fax 0722/4153