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martedì 28 ottobre 2014

Zeffirelli: «La mia Aida venduta al Kazakistan? E io faccio causa alla Scala»

Franco Zeffirelli
MILANO - L'Aida firmata Franco Zeffirelli sbarca in Kazakistan? E il regista sbotta: porterò la Scala in tribunale. Ha del grottesco la vicenda che in queste ore sta infiammando le cronache musicali, causa scatenante la notizia che l'allestimento dell'opera verdiana - andata in scena al Piermarini nel 2006, con Roberto Alagna (Radames) che fu sommerso di fischi alla prima del 7 dicembre e nella successiva replica abbandonò la recita stizzito - sarà messo in scena  all’Astana Opera Theater  (la prima avrà luogo il 19 novembre). Appena appreso che il monumentale allestimento delizierà le platee del Kazakistan, il regista ha accusato in una lettera aperta la Scala di volerlo cacciare da Milano e annuncia causa. «Una sorta di vendetta da parte dei "cervelloni" della Scala - ha dichiarato Zeffirelli - che stanno pensando a me come un artista da dimenticare».  
L'AFFRONTO.
Un affronto secondo il regista,  «imperdonabile che hanno compiuto da padroni di un allestimento la cui eccellente qualità è stata largamente provata».  «L'infame procedura della Scala - annuncia il maestro - richiederà, fermamente, l'intervento della magistratura».
«Nel turbine dei miei impegni di lavoro che mi accompagnano e suscitano in me, lo confesso, un naturale piacere che riempie il mio cuore, nonostante l’età, debbo però stare bene attento a quello che entra nei miei ricordi con soddisfazione e quello che, qualche volta, suscita il mio vivo disappunto», scrive il maestro. «È il caso dell’infame e bestiale destino con cui la Scala ha gestito la mia ultima creazione di Aida nel 2006. Si trattava in effetti e con tutta umiltà della migliore produzione di questo capolavoro che abbia mai portato al pubblico e che ora è stata incredibilmente cacciata dal repertorio scaligero e venduta non scherzo, al teatro di Astana, in Kazakistan! Un destino purtroppo imprevisto perché questa vendita repentina ha trattato come merce avariata questo mio spettacolo che io reputo di grande valore e merito».
LA REPLICA.  
Non si è fatta attendere la replica del Teatro milanese, che nel pomeriggio ha ribadito in una nota che la cessione della produzione «è stata effettuata nel rispetto degli accordi e tutelando pienamente i titolari dei diritti, i Maestri Zeffirelli e Millenotti, che come da contratto sono stati contattati dall’Astana Opera Theatre per la corresponsione di quanto dovuto. Risulta inoltre che l’Astana Opera Theatre abbia chiesto al M° Zeffirelli di riprendere personalmente la produzione recandosi in Kazakhstan con un assistente. Infine desideriamo sottolineare che il contratto impegna l’Astana Opera Theatre a mettere l’allestimento a disposizione della Scala a titolo gratuito qualora il Teatro decidesse di programmarlo in una stagione futura».
La monumentale Aida del 2006 alla Scala
Gli abbonati e gli spettatori milanesi, ricordano dal Piermarini, hanno avuto occasione di vederla per 11 recite dirette da  Riccardo Chailly nel 2006, 7  da Daniel Barenboim nel 2009 e 9  da Gianandrea Noseda nel 2013, cui si aggiungono, nel 2009, 4 recite a Tokyo dirette dal M° Barenboim. Negli stessi anni la Scala ha restaurato e riproposto, a Milano e in tournée, la produzione di Aida firmata dal M° Zeffirelli insieme a Lila De Nobili nel 1963: nel 2009 si contano 6 recite a Tel Aviv di cui 3 con il M° Daniel Barenboim e 3 con il M° Omer Meir Wellber, che ha diretto ulteriori 10 repliche alla Scala nel 2012. "È dunque - continua la nota del Teatro alla Scala - solo dopo aver mandato in scena 47 recite in 8 anni delle due edizioni di Aida firmate dal Maestro Zeffirelli che il Teatro alla Scala ha commissionato una nuova produzione a un grande regista come il M° Peter Stein (in scena dal 15 febbraio) e ceduto all’Astana Opera Theatre l’edizione del 2006. L’edizione storica del 1963, che nel mese di novembre sarà rappresentata a Seoul, resta di proprietà della Scala come anche la celebre produzione de La bohème, anch’essa del 1963, che giungerà nel 2015 con la direzione del M° Gustavo Dudamel alla 20° ripresa» 
La storia tra Zeffirelli e la Scala iniziò nel 1953, quando firmò le scene per L’italiana in Algeri diretta da Carlo Maria Giulini, e  da allora ha firmato la regia per  21 titoli, tutti replicati molte volte, "per un totale - sottolineano al Piermarini - che supera le 500 rappresentazioni, e spesso restaurati a distanza di tempo».

RISVOLTI POLITICI.
Intanto la vicenda assume connotazioni politiche.  Il consigliere d’opposizione Riccardo De Corato (FdI) ha dichiarato: «Un grande regista come Franco Zeffirelli merita un trattamento migliore da Milano. Il suo sfogo di oggi deve essere attentamente preso in considerazione da una città che deve molto al genio di questo artista. Presenterò quindi un’interrogazione in Comune per chiedere le motivazioni dell’esclusione dal repertorio della Aida del 2006 venduta al Kazakistan». Nell'attesa che la magistratura intervenga, dunque, sarà il Comune a dover fare chiarezza sulla vicenda.


giovedì 23 ottobre 2014

MILANO / Al via il Festival Liederiadi con un raro Respighi

MILANO - Al via a Milano, con un ricco programma che condurrà ad Expo, la nuova edizione del Festival Liederìadi. Gli appuntamenti, che si tengono nella splendida cornice della Palazzina Liberty (in Largo Marinai d'Italia),  hanno lo scopo di far conoscere un repertorio, quello del canto solista accompagnato da pianoforte, che se è da sempre molto amato nel mondo tedesco (e basti pensare alle composizioni di Schubert e Schumann e a interpreti come Dietrich Fischer-Dieskau), in Italia è ancora poco conosciuto. Il Festival Liederìadi,  primo e finora unico nel suo genere in Italia, è nato nel 2000 da un'idea del tenore Mirko Guadagnini, grande interprete del barocco ma che grazie alla voce versatile e a una sensibilità musicale fuori dal comune è riuscito negli anni a cantare con successo praticamente di tutto: da Guillaume de Machaut a Britten, passando per Monteverdi, Mozart e Haydn.

Mirko Guadagnini
Il concerto inaugurale del Festival Liederiadi 2014 si terrà domenica 27 ottobre alle  ore 10.45: protagonista un inedito e raffinatissimo Ottorino Respighi.  Al termine, degustazione di vini   biologici di Stefano Milanesi.

Ingresso euro 15

Informazioni: http://www.festival-liederiadi.it/

 PROGRAMMA
Domenica 27 ottobre ore 10.45
Milano, Palazzina Liberty, Largo Marinai d'Italia 1

Oksana Lazareva - contralto
Aldo Orvieto - pianoforte

RARITA' DI OTTORINO RESPIGHI
6 Melodie (1909) - 15 min.
•    In alto mare
•    Abbandono
•    Mattinata
•    Povero cor
•    Si tu veux
•    Soupir

La Sensitiva (1915) - 30 min.
poema lirico per mezzosoprano e orchestra, riduzione per pianoforte scritta dall’autore.

Ciclo meteorologico - 12 min.
di Ottorino Respighi e Federico Biscione

•    Nevicata (O.R.)
•    Notte di pioggia (F.B.) pianoforte solo
•    Pioggia (O.R.)
•    Arcobaleni mattutini (F.B.) pianoforte solo
•    Nebbie (O.R.)


Programma completo della stagione: http://www.festival-liederiadi.it/stagione-14-15

mercoledì 22 ottobre 2014

NAPOLI / "Cantar Lontano" in concerto per Tanzio da Varallo

 NAPOLI - Lo splendore delle note antiche si unisce all'Arte con la A maiuscola in un connubio magico. Il mix alchemico, di grande effetto, avverrà a cura della Fondazione Centro di Musica Antica Pietà de' Turchini in occasione dell’apertura della mostra Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento, in programma nelle Gallerie di Palazzo Zevallos Stiglianodal 24 ottobre 2014 al 11 gennaio 2015. Il complesso vocale e strumentale Cantar Lontano, diretto da Marco Mencoboni, eseguirà un concerto il cui programma, ideato per l’occasione,  prevede autori e composizioni coevi al geniale artista piemontese che soggiornò lungamente a Napoli, dove a suo dire esercitò anche l’attività di musico, traendone grande ispirazione per la sua vocazione pittorica.
Il concerto, intitolato "Cantar Lontano, Naufragantis mundi portus. La voce nei quadri di gratitudine", si terrà il 25 ottobre presso le Gallerie e  prevede tra gli altri musiche di Orlando di Lasso, Monteverdi, Frescobaldi.
Cantar Lontano si distingue per la ripresa e la diffusione di un repertorio sconosciuto fino a pochi anni fa ed è presente nei cartelloni dei più autorevoli festival e teatri Europei. A Mencoboni, che ne è il fondatore e direttore, si deve la prima esecuzione moderna di numerose opere vocali di Costanzo Porta, Ignazio Donati, Lodovico da Viadana, Giselin Danckerts e Diego Ortiz. Tra gli aspetti più significativi della programmazione artistica del gruppo, emerge  la ripresa di opere antiche nei luoghi in cui furono prodotte: è il caso del Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi realizzato con la tecnica del 'Cantar Lontano', eseguito nella Basilica Palatina di Santa Barbara, per la quale probabilmente venne concepito.
Il programma, che prevede tra gli altri musiche di Orlando di Lasso, Monteverdi, Frescobaldi,

Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili
Info: www.turchini.it

PROGRAMMA


Cantar Lontano, Naufragantis mundi portus
La voce nei quadri di gratitudine

Concerto per Tanzio da Varallo
Tanzio da Varallo, Davide e Golia, ca. 1625, Pinacoteca civica, Varallo.

Anonimo (1551)
Le Forze d'Ercole (per clavicembalo solo)
Filippo Azzaiolo (fl. 1557)
Prima ora de la notte (a voce sola)
Pietro Pace (1559-1622)
Ave Maria (a voce sola)
Orlando di Lasso (1532-1594)
Ave Regina Coelorum a tre
Costanzo Festa (ca. 1485–1490 – 1545)
Io vorrei Dio d'Amore (a voce sola)
Gerolamo Frescobaldi (1583-1643)
Toccata seconda (per clavicembalo solo)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Ego flos campi (a voce sola)
Orlando di Lasso
O Maria ortus conclusus a tre
Andrea Falconieri (c. 1586 – 1656)
La Suave melodia e sua corrente
Lo Spiritillo
Giovanni Felice Sances (1600-1679)
Stabat mater dolorosa (a voce sola)
Ignazio Donati (1570-1638)
Domine in furore tuo (a voce sola)
Orlando di Lasso
Sancta et immaculata a tre

    

martedì 21 ottobre 2014

Insulae Harmonicae: sul Verbano la musica classica è solidale



VERBANIA - Cinque anni fa il Magazzeno Storico Verbanese (storica associazione culturale che si occupa della promozione del Verbano e del suo territorio)  era partito - magari con un po’ di incoscienza, sicuramente con tanto entusiasmo - varando una rassegna di concerti che voleva essere incentrata, anzi fortemente incardinata sulle meraviglie isolane del Golfo Borromeo: Isola Bella e Isola Superiore dei Pescatori. Nacque così - si era nel 2010 - la Rassegna Insulae Harmonicae, titolo curioso per il suo latinorum, magari un po’ lezioso, forse leggermente pretenzioso, ma come poi si è visto non privo di attrattiva. Era il 2010, ma i due temi che Insulae Harmonicae poneva alla base del proprio operare erano già presenti nei concerti che il sodalizio del Magazzeno Storico Verbanese offriva ai propri soci e ai simpatizzanti: il tema del “fare bene”, quindi della beneficenza, e il tema della musica classica, barocca specialmente.
Di lì a poco, le occasioni di fare musica cominciarono a collegarsi con quelle di fare beneficenza al di fuori dei territori isolani; se i primi concerti erano con lo scopo di stimolare il recupero dell’organo storico della chiesa di San Vittore in Isola Bella (con la sorpresa che poi nel corso dei lavori è emersa, consentendo la scoperta di un organo cinquecentesco Antegnati laddove si supponeva esserci un più comune e ottocentesco Biroldi...) il MSV faceva già dalla terza rassegna “puntate” concertistiche fuori dal Golfo Borromeo: la beneficenza non deve conoscere confini o barriere. Ecco quindi che al proprio attivo, Insulae Harmonicae può orgogliosamente annoverare concerti e raccolte fondi a Verbania (pro Museo del Paesaggio e pro Gruppo Verbanese Sciatori Ciechi), a Cannero Riviera (pro Fondazione Hollman), a Trobaso (pro restauri del monumentale altare piramidale tiberiniano 1646) oltre che per il già ricordato restauro dell’organo Antegnati Brunelli Biroldi della chiesa di S. Vittore d’Isola Bella.
L’evoluzione continua: se nelle scorse rassegne Insulae Harmonicae era “uscita d’isola” e si era affacciata ai sagrati delle chiese di Susello di Ghiffa, Magognino, Trobaso, Carciano, Vezzo, Brisino e altri luoghi dello stretto ambito vicino-piemontese, ora, con la quinta rassegna, Insulae Harmonicae guarda verso l’intero bacino lacustre verbanese, ben conscia della validità dello slogan «Cultura per la Solidarietà»; una solidarietà che quest’anno viene sostenuta da Fondazione Cariplo, il cui vitale supporto ha consentito - in un momento di generale crisi economica - di mantenere gli appuntamenti della Rassegna, e tramite essi la beneficenza che il sodalizio del Magazzeno Storico Verbanese ha da sempre come scopo primario insieme a quello del sostegno alla cultura di lago.
La rassegna tiene dunque moltissimo a proporre un concerto per la Fondazione Hollman di Cannero Riviera (8 novembre, ore 21, presso la sala polifunzionale P. Carmine, duo Festeggio Armonico, Franz Silvestri - claviorgano, Mario Lacchini - flauto traverso: musiche di J.S. Bach, C.P.E. Bach, Locatelli, Leclair, Purcell), per sostenere gli impegni e le attività di musicoterapia verso i bimbi ipo- e non vedenti: una preziosa e benefica sollecitazione che i bimbi ricevono anche grazie al sostegno della neonata associazione “Fiori Blu” di Padova formata dai genitori dei bambini della “Hollman”, con cui il Magazzeno Storico Verbanese è lieto di collaborare oramai da tre anni per sostenere le iniziative e le terapie messe in pratica presso l’istituto.
Porto Valtravaglia (22 novembre, ore 21.00) il recital clavicembalistico del maestro Filippo Emanuele Ravizza (con una mirabile serie di sonate di Domenico Scarlatti) sarà una maniera di festeggiare la conclusione dei restauri che grazie all’imprescindibile e intelligente intervento dei Lions di Luino hanno consentito di recuperare splendidamente il “cielo di angeli musicanti”, affresco sul soffitto della seicentesca cappella di patronato Porta, nella locale chiesa parrocchiale: è sembrato appropriato al sodalizio del MSV (e la proposta è stata raccolta con piacere dall’autorità ecclesiastica e dai Lions), di inaugurare con un repertorio di musiche seicentesche per clavicembalo solista questo bel restauro: che si aggiunge ai numerosi interventi dei Lions di Luino, sceso spesso in campo per la protezione del patrimonio culturale e artistico delle nostre terre, in particolare quelle di Valtravaglia. Va da sé che i fondi raccolti durante il concerto del maestro Filippo Emanuele Ravizza verranno destinati alle opere parrocchiali di Porto Valtravaglia.

Lucia Signorelli (organo) e Giuseppe Tosatti (flauto) del Chronos Ensemble
Il concerto di Isola Bella (tenutosi il 5 ottobre, con uno splendido recital del maestro Mario Duella, che scaldava i cuori in una atmosfera di totale fascino, accompagnando i presenti in un tour organistico che spaziava dal pieno Cinquecento al primo Ottocento, mentre all’interno dell’edificio sacro si lasciava che la buona luce pomeridiana cedesse il passo alla dolce e intima penombra del tardo pomeriggio) ha centrato una volta ancora lo scopo di far meglio conoscere l’importante organo Antegnati dell’Isola Bella, rarissimo materiale fonico, uno dei meglio conservati e tra i più rari dell’intera Italia per la bottega degli Antegnati. Dopo una accorta messa a punto delle ance condotta dall’organaro Mario Marzi (che ha curato il ripristino dell'organo per conto della parrocchia e del parroco, don Giuseppe Volpati), il maestro Mario Duella si è prodotto in una eccellente performance, che ha messo in risalto tutti i toni e i timbri dell’antico strumento, specie nelle esecuzioni di partiture dell’ultimo Cinquecento e di primo Seicento.
Altra occasione di fare beneficenza e di raccogliere fondi per sostenere le opere parrocchiali delle due isole Bella e Superiore dei Pescatori sarà il pomeriggio del 16 novembre prossimo, a partire dalle ore 16, quando all’Isola Pescatori si esibirà in un programma sacro il coro Sancta Maria de Egro. Come già occorso per il concerto dell’Isola Bella, il trasporto in Isola Superiore e ritorno dal Lido di Carciano sarà offerto al pubblico dal Consorzio Navigazione Isole Borromee che da anni si presta per aiutare il MSV nella realizzazione della rassegna Insulae Harmonicae,
Analogamente, con il concerto di Ispra (chiesa di S. Martino, domenica 26 ottobre, ore 16.00, Trio Chronos: Lucia Signorelli - Organo e Clavicembalo, Giuseppe Tosatti - flauto, Giorgio Tosatti - tromba) si intende sostenere la locale parrocchia che ha appena concluso il ripristino dell’Oratorio Parrocchiale; il concerto sarà di sicura presa sul pubblico, visto che comporterà un organico di notevole fascino (tromba, flauto e organo/cembalo) e un repertorio di musiche di ottimo ascolto e grande ariosità.
Un ultimo concerto, in ordine di tempo, si terrà la sera del sei dicembre 2014 ad Arona, alle ore 21: il concerto verrà offerto dal MSV alla parrocchia di Arona, nella chiesa collegiata di Santa Maria Nascente di Arona per la festività dell’Immacolata; sarà il coro polifonico di Varzo a eseguire canti del proprio repertorio di musica sacra per formulare a un tempo gli auguri di Natale da parte del sodalizio, e per consentire anche di raccogliere, ultima occasione di Insulae Harmonicae V-2014, fondi per la Caritas Parrocchiale di Arona.
Dopo di che... non resta che cominciare a prendere le misure per Insulae Harmonicae 2015.


Informazioni: http://associazione.verbanensia.org/

PROSSIMO APPUNTAMENTO:
Ispra, chiesa parrocchiale di S. Martino
domenica 26 ottobre, ore 16.00
Secondo Concerto nell’ambito della
V Rassegna “Insulae Harmonicae. Cultura per la Solidarietà”

Chronos Ensemble
Organo e Clavicembalo: Lucia Signorelli
Tromba: Giorgio Tosatti
Flauto: Giuseppe Tosatti










 

lunedì 20 ottobre 2014

GUBBIO (PG) / Una mostra... alla ricerca del suono perduto

La "Madonna del Belvedere" di Ottaviano Nelli
Sono gli strumenti musicali d’epoca medioevale e rinascimentale i protagonisti della mostra “Theatrum Instrumentorum – la ricerca del suono perduto” che inauguererà giovedì 30 ottobre alle ore 17.30 presso la Chiesa di Santa Maria Nuova di Gubbio (Pg). La mostra, organizzata dall’Associazione D’UmbriAnticaMusica con la curatela del Presidente Francesco Cardoini in collaborazione con il Polo Museale Diocesano di Gubbio, espone copie di strumenti propri di un’epoca compresa fra l’XI e il XVI Secolo, filologicamente ricostruiti dalla mano di valenti liutai, nostrani ed italiani in genere.
A fare da cornice non certo casuale è la Madonna del Belvedere, affresco di Ottaviano Nelli (pittore e miniatore nativo di Gubbio)  che vede rappresentati nella scena alcuni strumenti musicali d’epoca.
La mostra si configura inoltre come incontro didattico-culturale per le scuole, che previa prenotazione potranno portare classi di ragazzi a visitare l’esposizione con una particolare visita guidata curata DRAMSAM, Centro Giuliano di Musica Antica. Oltre al Polo Museale Diocesano hanno collaborato per questa iniziativa la Gubbio Cultura e Multiservizi, oltre alla Scuola di Liuteria di Gubbio e della Scuola Comunale di Musica. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 9 novembre.

Informazioni: tel 075 9220904
info@museogubbio.it 
www.museogubbio.it

venerdì 17 ottobre 2014

ROMA / "La scena si svolge a Roma": continuano gli incontri (semiseri) sugli spettacoli del passato

ROMA - Quattro “conversazioni” semiserie sulla vita quotidiana vista dal palcoscenico e dalle quinte di spettacoli ambientati a Roma in epoche diverse.
Usi, costumi, aneddoti e curiosità in forma di racconto e dialogo col pubblico mostrano la storia da un’angolazione laterale, vista con gli occhi attenti di immaginari  artigiani di palcoscenico.
Le conversazioni sono ideate e condotte da Patrizia La Fonte con la partecipazione di Caty Barone  (la sarta di scena) e  Matteo Cirillo  (l’attrezzista) e ospiti diversi, quasi personaggi fuggiti dal copione.

Ogni incontro si articola in tre momenti: il “fondale”, cornice storica e digressioni sulla vita quotidiana dell’epoca, con Patrizia La Fonte. Le “scene dietro le quinte”: ragionamenti su costumi e oggetti per allestire uno spettacolo,  con la sarta e l’attrezzista. L’”ospite”, un personaggio quasi fuggito da un copione che si propone direttamente al pubblico, con interpreti diversi ogni volta.

I quattro eventi si svolgono presso la sala della Biblioteca “Umberto Bàrbaro” all’interno della Casa dei Teatri. Ogni incontro, della durata di circa un’ora e mezza, si svolge il sabato alle ore 15 e viene replicato la domenica alle ore 11.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Dipartimento Cultura Servizio Spazi Culturali in collaborazione con l’Associazione MTM mimoteatromovimento e Zètema Progetto Cultura. 
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

PROGRAMMA

20 e 21 settembre: il ‘500 - Roma cortigiana
Ospite, l’”apprendista cortigiano” Carlo Bernardini
Brani e contrasti elaborati da “La Cortigiana” di Pietro Aretino e da “Il Cortegiano” di Baldassar Castiglione

18 e 19 ottobre: il ‘600-‘700 - Roma barocca
Ospite, la “cantatrice” Anna Zilli (autrice del libro Cristina di Svezia regina della musica a Roma) accompagnata alla tiorba da Olena Kurkina. Frammenti di musica barocca

22 e 23 novembre: l’800 - Roma giacobina
Ospite: il” carbonaro” Duilio Paciello
Situazioni da “Tosca” (V. Sardou, L, Illica e  G. Giacosa), e “Rugantino” (Garinei e Giovannini)

20 e 21 dicembre: il ‘900 - Roma borghese
Ospite: una “signora di Pirandello”  Angelica Ferraù
Momenti da: “Il fu Mattia Pascal”, “Novelle” e “L’innesto” (Luigi Pirandello)

INFORMAZIONI:
Casa dei Teatri
Largo 3 giugno 1849 Roma
Angolo Via di San Pancrazio
(ingresso Arco dei Quattro Venti)

INFO 060608 – 06.45460693
www.casadeiteatri.culturaroma.it

PARMA / “Verdi in palcoscenico” in mostra alla Casa della Musica

PARMA - S’intitola “Verdi in palcoscenico. Opere verdiane al Regio di Parma 1985-1997 in mostra nelle immagini dell’Archivio della Casa della Musica”, e si svolgerà negli spazi della Casa della Musica e Casa del Suono.  Si apre il prossimo sabato 18 ottobre alle ore 11, e tutti gli appassionati sono invitati alla sua inaugurazione,  che sarà a ingresso gratuito. È un progetto, sicuramente tra i più importanti tra quelli che compongono l’ampio programma di “Verdi alla Casa della Musica” presentato nei giorni scorsi, col quale la Casa della Musica di Parma invita il pubblico a riscoprire - attraverso un percorso fatto di immagini, suoni, costumi, ritagli stampa, manifesti, bozzetti, figurini - un periodo particolarmente significativo nella storia del Teatro Regio di Parma - dalla metà degli anni Ottanta fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso - nel corso del quale esso divenne punto di convergenza di rimarchevoli eventi artistici. Punto focale di questo percorso, curato da Eleonora Benassi e Francesca Montresor, saranno le quasi cento fotografie di scena scelte tra quelle che Alberto Dallatomasina ha scattato in quegli anni, ma oltre a queste fotografie i visitatori potranno ammirare anche venti costumi di Un ballo in maschera disegnati da Pierluigi Samaritani e messi a disposizione dal Teatro Regio di Parma, che si ringrazia per la collaborazione, insieme al CIRPeM, oltre che un prezioso materiale documentario che ne arricchisce la lettura di molti interessanti spunti. Sette le opere verdiane qui ritratte, Jérusalem, Falstaff, Rigoletto, Un ballo in maschera, Il trovatore-Le trouvère e La traviata, in produzioni che vanno dal 1985 al 1997, sicuramente tra le più rappresentative di quel particolare e multiforme fervore creativo che ha contraddistinto l'attività del Regio di Parma in questo periodo.
A parlare della vita del Teatro Regio di Parma sono infatti ricordi di un trascorso ancora ben presente nella memoria collettiva: che non è più “oggi” ma neppure ancora “storia”, e che di certo saprà risvegliare molte emozioni.
Cosa potrà vedere il visitatore? Fotografie, nelle quali il colore ha già da tempo rubato la scena al bianco e nero e in cui gli artisti sono catturati non solo in costume durante le recite ma anche durante le prove, in camicia e blue-jeans. E poi articoli di giornale e manifesti non ancora ingialliti dalla patina dei secoli, e poi bozzetti, figurini e disegni preparatori che, in un’epoca dove arte e tecnologia iniziano timidamente a convivere sul palcoscenico, qui testimoniano ancora un profondo legame con carta, tempera e pastelli.
Questo percorso offre inoltre l’opportunità di avvicinarsi a una realtà pressoché unica quale è il patrimonio
archivistico e documentario della Casa della Musica di Parma, di cui l’Archivio Storico del Teatro Regio fa parte e che la Casa della Musica preserva, tramanda e valorizza.
“Verdi in palcoscenico” sarà aperto con ingresso gratuito dal 18 ottobre 2014 al 27 gennaio 2015, e come tutte le iniziative di “Verdi alla Casa della Musica” è realizzato con il sostegno di Banca Monte Parma.
A coloro che interverranno all'inaugurazione saranno inoltre distribuiti gratuitamente il prezioso portfolio di immagini storiche che ha accompagnato la mostra “Verdi in prima pagina” realizzata dalla Casa della Musica e dal CIRPeM, e la riproduzione del ritratto di Verdi edita nel 1894 dalla rivista parigina Le monde illustré.

Informazioni:  www.lacasadellamusica.it

ROMA / Torna il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, tra gli ospiti i Wiener Philharmoniker




ROMA - Si terrà dal 22 al 29 ottobre la XIII edizione del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra che come tradizione si svolgerà – tutto ad ingresso gratuito – nelle più suggestive basiche papali romane e in alcune chiese della capitale: il grande repertorio sacro e liturgico sarà affidato a orchestre, cori, solisti e direttori di fama internazionale – più di 1.100 artisti provenienti da molte parti del mondo – a partire dai Wiener Philharmoniker, fra le compagini in assoluto più prestigiose, che da oltre dieci anni sono di questo festival ‘anima’ e orchestra in residence. Diretti da Ingo Metzmacher, i Wiener suoneranno giovedì 23 ottobre (ore 21) alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, per uno degli appuntamenti musicali più attesi della capitale: con i Wiener Singverein e un cast di voci internazionali saranno protagonisti della rara esecuzione dell’oratorio Lazarus, partitura incompiuta di Franz Schubert fra le più toccanti della sua produzione sacra. 

L’apertura del Festival – quest’anno dedicato alla beatificazione di papa Paolo VI – è fissata per mercoledì 22 ottobre alle ore 20 alla Basilica di Santa Maria sopra Minerva ed è affidata alla musica di un altro oratorio, di altrettanta intensità come quello schubertiano e anch’esso di rara esecuzione in Italia: Saul di Georg Frederich Händel, eseguito dalla Capella Weilburgensis e con le voci della Kantorei Schlosskirche Weilburg entrambi diretti da Doris Hagel. Saul è il quarto oratorio inglese di Händel, composto su libretto di Charles Jennens capace di integrare nel testo il racconto biblico con idee umanistiche quali amicizia, filantropia, integrità morale, magnanimità. La critica ritiene che con la messa in musica del Saul, l’oratorio veterotestamentario abbia raggiunto il suo culmine sia per l’importanza dell’argomento che per la qualità del tessuto drammatico e della musica. Händel mise il testo in musica fra luglio e settembre del 1738, alternando il lavoro con la composizione dell’opera Idomeneo. La prima assoluta  ebbe luogo l’anno successivo, il 16 gennaio 1739. L’autografo, conservato nella British Library, è uno degli spartiti più rielaborati di Händel. «Con il Saul Händel spezza tutte le regole - commenta il direttore Doris Hagel -. Non soltanto per quanto riguarda la strumentazione, ma anche per lunghezza e dispendio, questa composizione superava ogni dramma musicale inglese e ogni opera italiana mai eseguiti prima in Inghilterra. Decisive la qualità musicale dell’opera e l’enorme quantità di sentimenti, ossia la gamma delle emozioni umane, espressi nella musica di Händel. Nel Saul Händel ha trovato una nuova e geniale congiunzione tra opera, oratorio e concerto, giungendo a una nuova forma propria, che troveremo più tardi anche negli oratori Belshazzar e Messiah». Il concerto è registrato da Radio Vaticana per successive trasmissioni.

Giovedì 23 ottobre alle ore 21 alla Basilica di San Paolo fuori le Mura è in programma l’appuntamento più atteso del Festival, quello con i Wiener Philharmoniker: diretti da Ingo Metzmacher, insieme ai Wiener Singverein e un cast di voci di prim’ordine (i soprani Rachel Harnisch, Christiane Libor, Sophie Karthäuser, i due tenori Steve Davislim e Werner Güra e il baritono Daniel Schmutzhard), eseguiranno l’oratorio Lazarus, oder Die Feier der Auferstehung, partitura incompiuta di Franz Schubert, fra le più toccanti della sua produzione sacra alla quale mise mano a partire da febbraio 1820. Originariamente doveva essere in tre atti, ma soltanto il primo venne completo, interrompendosi l’opera alla deposizione di Lazzaro nella tomba, nel mezzo del secondo atto, esattamente dopo 595 battute, ossia al termine dell’aria di Marta
I Wiener Philharmoniker
“Hebt mich der Sterne Flügel empor vom Totenhügel”. L’oratorio venne eseguito per la prima volta nel 1830, due anni dopo la prematura scomparsa di Schubert, dal fratello Ferdinand, come cantata di Pasqua nella Chiesa di Sant’Anna di Vienna. Ferdinand tuttavia non sapeva dell’esistenza del frammento del secondo atto. Questo fu ritrovato solo trent’anni più tardi nel lascito del celebre studioso di Beethoven Alexander Wheelock Thayer e comunque anche in questo caso il ritrovamento non fu completo. Infatti l’ultimo foglio fu scoperto dal direttore dell’Opera di Corte di Vienna Johann Herbeck, che conosciamo come direttore della prima assoluta dell’Incompiuta di Schubert. Nel 1863 eseguì per la prima volta in pubblico il frammento completo del Lazarus e ne scrisse la prima riduzione per pianoforte. Sebbene, in base alle conoscenze odierne, possiamo dire che l’opera non fu mai completata, questo Lazarus è molto più di un frammento d’interesse per gli studiosi: con il suo modo di mettere in musica il testo, Schubert sembra quasi anticipare il grande dramma wagneriano.
Oltre al concerto dei Wiener a San Paolo fuori le Mura, nella giornata di giovedì 23 ottobre la Fondazione pro Musica e Arte Sacra si ritrova alle ore 12 presso la Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra per l’assegnazione dei suoi prestigiosi Premi, conferiti ad artisti, cultori, sostenitori e benefattori che si siano distinti direttamente o indirettamente nel campo della musica e dell’arte sacra. Quest’anno saranno attribuiti al grande direttore d’orchestra e studioso Nikolaus Harnoncourt, a mons. Pablo Colino, al mecenate Herbert Batliner e al direttore giapponese Tomomi Nishimoto.
Venerdì 24 ottobre alle ore 21 la Basilica di Santa Maria Maggiore ospita il terzo concerto della manifestazione, con altre due imponenti pagine del repertorio sacro come la Messa n. 3 in fa minore e il Te Deum di Anton Bruckner. Ne saranno interpreti tre formazioni tedesche (Palatina Klassik Vocal Ensemble, Philharmonischer Chor an der Saar, Coro e Orchestra del Conservatorio Statale di Kazan) dirette da Leo Krämer e le voci soliste di Susanne Bernhard (soprano), Susanne Schaeffer (contralto), Oscar de la Torre (tenore) e Vinzenz Haab (basso).
Nel pomeriggio della stessa giornata, alle ore 17, nella Basilica di San Pietro in Vaticano la Santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri sarà accompagnata dal Coro e Orchestra dell’IlluminArt Philharmonic provenienti dal Giappone (e già ospiti del Festival per l’edizione passata), e il Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretto da Massimo Palombella.
Frutto di una lunga gestazione, dal 1854 al 1868, Ein deutsches Requiem è una delle pagine sacre più famose di Johannes Brahms, che il Festival accoglie nel suo appuntamento di sabato 25 ottobre alle ore 21 con le voci soliste del soprano Susanne Bernhard e il baritono Vinzenz Haab alla Basilica di San Giovanni in Laterano. È ancora Leo Krämer a dirigere il Palatina Klassik Vocal Ensemble, il Philharmonischer Chor an der Saar e il Coro e Orchestra del Conservatorio Statale di Kazan.
Come ogni anno, sarà dato spazio anche alla musica sacra contemporanea. I lavori scelti per questa edizione del Festival sono la Misa Azteca di Joseph Gonzalez e il Requiem di Mark Hayes. L’appuntamento è per domenica 26 ottobre alle ore 16 alla Basilica di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio con The Continuo Arts Festival Chorus, direttori Teresa Russell e Mark Hayes. In particolare la Misa Azteca si avvale di un’orchestra, un coro, solisti e una serie di strumenti a percussione pre-colombiani. È basata sull’ordinario della Messa cattolica integrato da versi tratti dal manoscritto conosciuto come “Cantares Mexicanos”, una collezione di testi poetici aztechi risalenti al periodo della conquista degli spagnoli. La Misa Azteca è cantata in latino, spagnolo e nahuatl, la lingua della popolazione azteca.
Nikolas Harnoncourt
Nella stessa giornata, in collaborazione con la Fondazione Sofia ONLUS, alla Basilica di San Paolo fuori le Mura alle ore 21 la monumentale Messa da Requiem di Verdi sarà affidata all’Orchestra e Coro dell’IlluminArt Philharmonic diretti da Tomomi Nishimoto e le voci soliste di Bunya Sayuri (soprano), Takako Nogami (mezzosoprano), Gianluca Sciarpelletti (tenore) e Tsutomu Tanaka (baritono). Questi complessi, provenienti dal Giappone, tornano così al Festival dopo il successo ottenuto lo scorso anno. Si tratta di una presenza dall’estremo Oriente che nasce dall’idea di fare della musica lo strumento per il dialogo interreligioso e per sostenere rapporti di amicizia tra i popoli. Nata nel 2012, la IlluminArt Philharmonic Orchestra è formata da talentuosi e giovanissimi interpreti vincitori di premi internazionali. Un nuovo tipo di orchestra che non ha confini nazionali ed è sorretta da tre principi, che contraddistinguono tutta la sua attività artistica: creare insieme al pubblico, diffondere programmi educativi, sostenere attività globali. Proprio per la giovane età dei musicisti, e seguendo l’esortazione di papa Francesco, il concerto sarà all’insegna della Solidarietà per i più poveri ed emarginati. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Sofia Onlus, verranno raccolti fondi per il progetto “Niños Abandonados nelle baraccopoli di Caracas” per dare strumenti scolastici e assicurare cure mediche ai bambini del barrio di Catia a Caracas (Venezuela), un immenso ammasso di baracche in cui risiedono circa un milione di persone senza servizi di base, e dove si vive un’infanzia all’insegna della povertà, abbandono e violenza.
Martedì 28 ottobre un appuntamento speciale e che la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra offre a tutti i suoi benefattori in modo riservato: alle ore 21.00 nella Cappella Corsini della Basilica di San Giovanni in Laterano il Coro della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" diretto da Massimo Palombella esegue brani di canto gregoriano e capolavori della polifonia sacra di Palestrina, Ludovico da Vittoria, Orlando di Lasso e Gregorio Allegri.
Polifonia che torna protagonista per la chiusura del Festival mercoledì 29 ottobre alle ore 21, di nuovo alla Basilica di Sant’Ignazio di Loyola, con il coro vincitore del concorso riservato ai cori femminili e della gioventù in Germania: il Mädchenchor am Kölner Dom diretto da Oliver Sperling eseguirà una serie di Mottetti Sacri nello specchio delle culture musicali, opere polifoniche di diversi autori ed epoche.

Per il pubblico tutti i concerti e la Santa Messa sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Saranno riservati alcuni settori per i sostenitori e gli ospiti della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra.

Il pubblico potrà accedere ai concerti fino ad esaurimento dei posti disponibili previa prenotazione online.
Questa è un’importante novità che consentirà al pubblico di munirsi di un coupon cartaceo che riceverà via e-mail e che potrà essere stampato dal computer per essere presentato all’ingresso delle Basiliche o Chiese.
Basta compilare il modulo online scegliendo il concerto al quale si intende partecipare che si trova sul sito
Cliccando PARTECIPA AI CONCERTI si apre una pagina con tutti i concerti e si può scegliere quello a cui partecipare. Automaticamente arriverà all’indirizzo di posta elettronica registrato una mail di conferma al concerto.

Per informazione su come diventare sostenitore, partecipare alle attività istituzionali della Fondazione e per ogni altra informazione si può contattare la Segreteria della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra:
Via Paolo VI, 29 (Piazza San Pietro) 00193 Roma
Tel. 0039-066869187 - 0668210449
Fax. 0039-066873300
www.festivalmusicaeartesacra.net


Informazioni e programma: www.festivalmusicaeartesacra.net

BOLOGNA / Mozart e Clementi per pianoforte nel pomeriggio di sabato a San Colombano

BOLOGNA - Due pianoforti antichi (pianoforti rettangolari di Meincke & Pieter Meyer, Amsterdam 1786, e John Geib, Londra 1786) - parte della Collezione Tagliavini esposta all’Oratorio di San Colombano – riprendono vita sabato 18 ottobre, a Bologna,  per l’esibizione in programma alle ore 17 nell'Oratorio di San Colombano Carlo Mazzoli e Silvia Rambaldi, docenti del Conservatorio G.B. Martini di Bologna, terranno  un concerto per due pianoforti e a quattro mani con musiche di Clementi e Mozart.  I due artisti suoneranno utilizzando pianoforti rettangolari di Meincke & Pieter Meyer (Amsterdam, 1786) e John Geib (Londra, 1786).  Ingresso libero fino ad esaurimento dei posto disponibili



Musica in San Colombano. Collezione Tagliavini
(via Parigi, 5 – Bologna)
SABATO 18 OTTOBRE 2014 – ore 17
Pomeriggio Musicale nell’Oratorio di San Colombano
Clementi & Mozart
con
Carlo Mazzoli         e     Silvia Rambaldi              
Conservatorio G. B. Martini di Bologna

PROGRAMMA 

Muzio Clementi                                                                
(1752-1832)                                                                       
Duetto Op.1a in si bem magg. (1780)

per due pianoforti (o due clavicembali)

Allegro di molto - Tempo di minuetto. Allegretto

Duetto Op.14 n.1 in do magg. (1786)

per pianoforte a 4 mani

Allegro - Adagio - Allegretto


Duetto Op.12 in si bem magg. (1784)

per due pianoforti

Allegro assai - Andante espressivo - Presto

Wolfgang A. Mozart

Sonata KV 381 in re magg. (1772)

per pianoforte a 4 mani

Allegro - Andante - Allegro molto


Info:  www.genusbononiae.it

NAPOLI / Al via l'Autunno della Nuova Orchestra Scarlatti con la musica per le "Dame" di San Gregorio Armeno


La Nuova Orchestra Scarlatti apre il suo Autunno musicale, sabato 18 ottobre, ore 18.30, con un appuntamento di grande suggestione: versioni inedite di grandi pagine sacre e profane del ‘700 napoletano ed europeo risuoneranno dopo quasi tre secoli nel luogo per cui furono concepite, la splendida Chiesa di San Gregorio Armeno, nel cuore della nostra città. Si tratta di trascrizioni, in gran parte autografe,  realizzate per la ricreazione delle cosiddette ‘dame benedettine’, ovvero delle religiose e delle ricche educande dell’aristocrazia napoletana frequentatrici del convento.
Questo concerto straordinario, anteprima dell’Autunno musicale della Nuova Orchestra Scarlatti, è, anche in considerazione del luogo, a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Vi partecipano, con l’Ensemble barocco della Nuova Orchestra Scarlatti, due artisti napoletani specialisti di musica barocca: il soprano Cristina Grifone e il flautista Tommaso Rossi (flauto dolce e traversiere). 
Accanto a brani strumentali di Francesco Mancini e Aniello Sant’Angelo, si spazierà dal Pergolesi religioso del Laetatus sum a un’inedita rielaborazione del celeberrimo Che farò senza Euridice di Gluck, da un’aria dell’Artaserse di Leonardo Vinci, piena di tutta l’energia e di tutto il movimento che ispirava questo padre geniale dell’opera partenopea, alla Nitteti di Pasquale Anfossi, compositore foggiano dalla vena di intenso lirismo, acclamato in Europa, ammirato e imitato da Mozart. 
Questo programma è stato eseguito il 30 agosto scorso nell’ambito del Festival delle Nazioni di Città di Castello Omaggio all’Armenia.

L’Autunno musicale della Nuova Scarlatti proseguirà con un fitto calendario di appuntamenti tra novembre e dicembre. Quest’anno, accanto al Museo Diocesano (primo appuntamento: 8 novembre), la rassegna  si svolgerà anche in altre prestigiose sedi cittadine.

PROGRAMMA

Musica per le ‘Dame’ di San Gregorio

sabato 18 ottobre 2014 – ore 18.30
Napoli - Chiesa di San Gregorio Armeno

INGRESSO LIBERO
fino a esaurimento posti

Pagine vocali e strumentali di
G. B. Pergolesi, F. Mancini, Ch. W. Gluck,
P. Anfossi, A. Sant’Angelo, L. Vinci

Ensemble barocco della Nuova Orchestra Scarlatti
violini Raffaele Tiseo, Federico Valerio
viola Gianfranco Borrelli, violoncello Manuela Albano, cembalo Pierfrancesco Borrelli

soprano Cristina Grifone
flauto dolce e traversiere Tommaso Rossi

info@nuovaorchestrascarlatti.it   
www.nuovaorchestrascarlatti.it

lunedì 13 ottobre 2014

Walter Vergnano nominato sovrintendente del Regio di Torino



Il Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini ha già firmato il decreto di nomina di Walter Vergnano quale sovrintendente del Teatro Regio per il prossimo quinquennio.
Il nome di Vergnano era stato proposto il 9 ottobre dal Consiglio di Indirizzo del Teatro Regio presieduto dal Sindaco Piero Fassino e composto da: Paolo Cantarella, Angelica Corporandi d’Auvare Musy, Cristina Giovando, Giambattista Quirico e Vittorio Sabadin.
Walter Vergnano, sovrintendente del Teatro Regio dal 1999, ha dichiarato che proporrà la riconferma del Maestro Gianandrea Noseda quale Direttore musicale e, d’intesa con Noseda stesso, la nomina quale Direttore Artistico di Gastón Fournier-Facio.



(fonte: comunicato stampa ufficiale del Teatro Regio)

Presentato il Piano nazionale per la musica a scuola (da La Stampa)

Alfabetizzazione musicale già dalla scuola dell’infanzia, potenziamento alle Medie degli indirizzi musicali, ampliamento dei Licei musicali a livello territoriale, reintroduzione dell’educazione musicale in tutte le tipologie di scuola Superiore. Sono alcuni degli interventi proposti nel Piano nazionale per la musica (“Musica nella scuola per la formazione del cittadino”) presentato dal Comitato nazionale per l’apprendimento della musica, presieduto da Luigi Berlinguer, nella sede del ministero dell’Istruzione.

All’iniziativa - che si inserisce nell’ambito della consultazione su “La Buona scuola” - hanno partecipato oggi come testimonial i musicisti Paolo Fresu, Danilo Rea, Paolo Damiani, oltre a numerosi esponenti di istituzioni musicali e culturali.

«Vogliamo dare un contributo, anche con la competenza dei musicisti coinvolti, affinché le pagine de “La Buona scuola” siano tradotte in fatti operativi» ha spiegato Berlinguer ponendo l’accento sul piacere di ascoltare musica dopo averla studiata: «è tutt’altra esperienza».

«Parlare di musica non significa solo, anche, collocare i nostri grandi protagonisti della storia musicale italiana nello scenario nazionale e internazionale. Ma significa anche - ha affermato il ministro Giannini - apprendere un linguaggio, quello appunto universale della musica intesa come una delle capacità cognitive dell’uomo, delle manifestazioni e produzioni culturali più straordinarie e più diffuse e universali che si possano immaginare». 

«Imparare subito la familiarità con uno strumento, fare musica, non solo studiare musica, è una delle priorità della “Buona Scuola” - ha aggiunto il ministro definendo quello arrivato oggi - un bellissimo contributo, uno di quei contributi che in questi mesi stiamo raccogliendo in tutta Italia con oltre 100 eventi programmati».

Il Piano illustrato prevede una massiccia formazione in servizio di tutti gli insegnanti coinvolti (con la collaborazione di Conservatori e Università), un accordo quadro Stato-Regioni che promuova, tra l’altro, una stretta collaborazione con il ministero dei Beni culturali e l’apertura ai privati. 

«Sarà fondamentale - è stato spiegato - l’apporto fornito da Fondazioni, enti lirici, bande, corsi, scuole di musica, associazioni di genitori e di volontariato, sponsor».

Per introdurre lo studio della musica nel primo biennio delle Superiori di propone l’uso della quota flessibile di orario e, per quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali si potrebbero sviluppare - è il suggerimento - sia gli aspetti relativi al settore della costruzione degli strumenti sia quelli inerenti al mondo dell’organizzazione, comunicazione, editing e promozione musicale sia quelli della diffusione della musica tramite i media digitali.

(da La Stampa. Vai al Link originale )

sabato 11 ottobre 2014

Addio ad Anita Cerquetti, grande soprano verdiano

Si è spenta stamani, 11 ottobre 2014, alle 9.30 a Perugia la soprano Anita Cerquetti. Aveva 83 anni. Da tempo soffriva di   problemi cardiaci. L'ultima crisi purtroppo le è stata fatale. Nata nel 1931 a Montecosaro (Macerata), dopo il debutto a Spoleto nel '51 ha cantato nei più importanti teatri del mondo prima di ritirarsi dalle scene a  soli 29 anni, per motivi di salute e - come ella stessa confessò più tardi -  dopo la nascita della figlia Daniela.

Grande interprete verdiana - Abigaille nel Nabucco, Leonora nella Forza del Destino, Elena nei Vespri, Aida, Leonora nel Trovatore e Elvira in Ernani - la Cerquetti è stata  anche un'ottima Tosca e Norma e una grandiosa - forse la migliore - Gioconda.
E proprio a Norma è legato l'episodio forse più   noto della sua carriera , che risale al 1958 quando la Cerquetti fu chiamata all'improvviso a sostituire Maria Callas nel ruolo belliniano, all'Opera di Roma. Era il 2 gennaio e in sala era presente l'allora presidente della Repubblica Gronchi insieme a un nutrito parterre di stelle del cinema come Anna Magnani, Gina Lollobrigida e Silvana Pampanini. La Divina, regina incontrastata alla Scala, aveva percepito già all'entrata una certa freddezza dal pubblico romano. Non l'aiutava una lieve tracheite, che la rese nervosa più del solito. Le tensioni esplosero quando, finito di cantare il suo cavallo di battaglia, l'aria "Casta Diva", dal loggione qualcuno  gridò: "Ci costi un milione!". Così alla fine del primo atto, davanti a un allibito Franco Corelli che stava recitando al solito alla grande Pollione, annunciò che non sarebbe tornata in scena. Dopo 40 minuti di inutili tentativi di convincerla a ripensarci, la rappresentazione fu sospesa. Per le altre recite fu chiamata allora la Cerquetti, che interpretò il ruolo con grandissimo successo.

La sua Montecosaro ha dedicato ad Anita un Concorso lirico internazionale destinato alle voci emergenti. Proprio il 2014, ironia della sorte, era stato scelto dallo Sferisterio di Macerata come l'anno per celebrarla, cosa che è stata fatta con una grande serata, il 7 agosto scorso cui la stessa Cerquetti aveva partecipato.
I funerali si svolgeranno lunedì a Fabriano (ore 16.30) nella chiesa di San Nicolò.

(elena percivaldi)

 

venerdì 10 ottobre 2014

ROMA / "Autunno in Musica" nel segno di Rameau e... delle donne

Torna l'Autunno in Musica dell'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Dal 16 al 30 ottobre 2014 la quarta edizione del festival (nato nel 2011 come gemellaggio tra Italia e Francia in nome della musica) propone un programma originale e sofisticato. Insieme a nomi di grande fama come Claude Debussy, Prix de Rome nel 1884, sono in programma altri compositori vincitori del prestigioso concorso la cui opera è meno conosciuta, quali Théodore Dubois e Gaston Salvayre, senza tralasciare i talenti “esclusi” dal premio, come Benjamin Godard, Ernest Chausson e soprattutto Maurice Ravel, che nel 1905 fu soltanto Second Prix de Rome, fatto che suscitò non poche polemiche. Quest’anno il festival dedica inoltre particolare attenzione all’opera di alcune compositrici, come Nadia Boulanger, Marie Jaëll, Henriette Renié e Céline Chaminade.
Il programma ripercorre attraverso la musica un periodo fondamentale dei rapporti culturali e artistici tra Francia e Italia, in un momento storico drammatico, quello dell’inizio della Grande Guerra, le cui angosce e inquietudini vennero tradotte in composizioni piene di malinconia da alcuni compositori borsisti all’Accademia di Francia a Roma.
E ancora il 2014 vede la celebrazione del 250esimo anniversario della morte di Jean-Philippe Rameau. Tra le tante presenze in programma ci saranno Blandine Rannou, fra le più apprezzate clavicembaliste di oggi, l’ensemble di musica barocca les Folies françoises, ma anche dei giovani artisti coraggiosi come David Bismuth, uno dei più promettenti pianisti europei, Emmanuel Ceysson, giovane arpa solista dell'Opéra di Parigi, il Trio Arcadis che ha vinto il secondo premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Lione o ancora la mezzo-soprano Isabelle Druet.
 Come le precedenti edizioni, il festival si pone sotto il segno di una collaborazione dinamica con il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, all’origine dei quattro programmi dedicati alla musica francese dell’Ottocento, l’Accademia Filarmonica Romana, che ospita il concerto del 30 ottobre, e il Centre de musique baroque de Versailles.

Informazioni: www.villamedici.it

www.filarmonicaromana.org

Boito e Verdi insieme a Parma, dirige Bignamini

Giuseppe Verdi e Arrigo Boito insieme nel concerto diretto da Jader Bignamini domenica 12 ottobre alle ore 20.00 al Teatro Regio di Parma. Il maestro, sul podio de La forza del destino (recite in programma sino al 28 ottobre), dirigerà la Filarmonica Arturo Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Salvo Sgrò e il Coro di voci bianche della Corale Giuseppe Verdi di Parma preparato da Beniamina Carretta in un programma che parte con la sinfonia e il divertissement da I Vespri siciliani, i preludi di Attila e Macbeth e che culminerà con il maestoso prologo di Mefistofele interpretato dal basso Michele Pertusi.
Con il progetto Giovani al Festival, realizzato grazie al sostegno di Fondazione Cariparma, speciale riduzione del 75% sul prezzo di abbonamenti e biglietti per gli spettatori da 16 a 30 anni.
Per informazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma
per il Festival Verdi
tel. 0521 203999
biglietteria@teatroregioparma.org
www.teatroregioparma.org


BARI / Al Petruzzelli Riccardo Muti "riparte" coi giovani

Sabato 13 dicembre il Maestro Riccardo Muti (nella foto) con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini sarà protagonista di un evento straordinario al Teatro Petruzzelli di Bari. Il concerto rientra in una tournée che toccherà alcune delle realtà musicali e dei teatri più significativi d'Italia, nel segno di un sempre più intenso rapporto fra il maestro Muti e l’orchestra che lui stesso ha fondato.
“Avere sul podio del Petruzzelli il maestro Muti – dichiara il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Massimo Biscardi – è per noi un onore e una grandissima gioia. Il mio auspicio è che questo sia solo l’inizio di una intensa collaborazione”.
Fra le tappe previste anche il nuovo auditorium dell'Opera di Firenze e la storica sede del Conservatorio di musica San Pietro a Majella di Napoli, dove a Muti, che li ha studiato, è stata recentemente intitolata una sala.
Spicca nel calendario della tournée una grande attenzione per la Puglia, dove la Cherubini si esibirà oltre che al Teatro Petruzzelli di Bari anche a Foggia mercoledì 10 dicembre e ad Altamura giovedì 11 dicembre in occasione dell’inaugurazione, dopo il progetto architettonico di restauro, del Teatro Saverio Mercadante, per cui la Fondazione Petruzzelli curerà la Stagione Sinfonica 2015.
"Una tournée che abbiamo definito in tempi brevissimi - sottolinea Mario Salvagiani, Presidente dell'Orchestra - a seguito della decisione del Maestro Muti di rinunciare alla direzione dell'Aida all'Opera di Roma e dell'indicazione di volersi dedicare da questo momento in poi, in Italia, soprattutto ai giovani musicisti della Cherubini. Desidero anche ringraziare - aggiunge ancora Salvagiani - i responsabili dei teatri, che da tempo ci avevano chiesto di poter ospitare la Cherubini, per aver confermato immediatamente le date che abbiamo proposto".
Sarà un'occasione per dare risalto al prezioso lavoro di formazione dei giovani musicisti che Riccardo Muti sta conducendo con questa orchestra da ben dieci anni e che, dal primo concerto (13 dicembre 2004) a Piacenza dove ha sede, l'ha portata, con organico periodicamente rinnovato, ad esibirsi con successo in molti teatri italiani nonché per le più prestigiose istituzioni internazionali: dal Festival di Pentecoste a Salisburgo - dove è stata protagonista del progetto quinquennale dedicato al Settecento napoletano -, alla Sala d'oro del Musikverein di Vienna, dai teatri di Madrid, Parigi, Buenos Aires a quelli di Mosca e San Pietroburgo. Percorsi che si intrecciano all'annuale residenza estiva al Ravenna Festival, che l'ha coinvolta da protagonista in innumerevoli produzioni operistiche nonché nei concerti per le Vie dell'amicizia, l'ultimo ai piedi del sacrario di Redipuglia nel centenario della Grande Guerra, insieme a musicisti provenienti da orchestre di tutto il mondo.

(Alessandro Romanelli)

giovedì 9 ottobre 2014

La stagione lirica di Bologna? Con Mariotti sarà all'insegna del nuovo

Gli ingredienti per una stagione di successo ci sono tutti. C'è la stra-conferma di Michele Mariotti, neo-nominato direttore musicale e ormai, a soli trentacinque anni, uno delle bacchette più apprezzate, e non solo in Italia. E poi ben 16 titoli in cartellone, di cui 8 nuove produzioni o co-produzioni e ben 2 prime assolute tutte contemporanee, “Il suono giallo” del milanese Alessandro Solbiati (autore anche del libretto tratto da un testo di Kandinsky), e le “Conversazioni con Chomsky 2.0” di Emanuele Casale dedicato al grande linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense nel quale i video-protagonisti sono figure reali della storia e delle cronache del nostro tempo.
 Il Teatro Comunale di Bologna annuncia dunque una partenza col botto l'11 gennaio 2015 con “Un ballo in maschera” di Verdi, sul podio Mariotti, nuova produzione con l'attesissima regia di Damiano Michieletto: sul capolavoro verdiano, alla Scala di recente ha proposto una particolare lettura “politica” inserendo in scena un party elettorale all'americana. Risultato: osanna alternati a contestazioni fortissime, perché quando c'è lui è sempre così, o lo si ama o lo si detesta, tertium non datur. Il cast vedrà l'ottimo Gregory Kunde, Luca Salsi, Tamar Iveri e Anita Rachvelishvili.
Seguono, a febbraio la “Butterfly” di Puccini diretta da Hirofumi Yoshida e il “Don Pasquale” donizettiano con la direzione di Giuseppe La Malfa e gli interpreti della Scuola dell’Opera Italiana. 
Ad aprile, ecco altre due nuove produzioni della stagione: “Jenufa” di Leóš Janáček, regia e scene di Alvis Hermanis in coproduzione con il Teatro de La Monnaie di Bruxelles e il Bolshoi di Mosca, e “Il Flauto Magico” di Mozart, con la direzione di Mariotti, in un interessante allestimento multimediale condiviso con Fanny & Alexander, gruppo leader della nuova scena teatrale contemporanea, con cui collaborano i video autori di Zapruderfilmmakersgroup. A giugno sarà la volta del citato “Il suono giallo” di Solbiati, con la regia di Franco Ripa di Meana e le scene di Gianni Dessì. Poi, dopo la pausa estiva, torna il visionario e già celebrato “Macbeth” di Verdi con la regia di Robert Wilson e la direzione di Roberto Abbado; arriva in prima assoluta per l'Italia l'”Elektra” di Richard Strauss del Teatro del La Monnaie e del Liceu di Barcellona per la regia di Guy Joosten (sul podio Lothar Zagrosek). Infine, si chiude con il già visto “Elisir d'Amore” di Donizetti con la regia di Rosetta Cucchi (sul podio si alternano Stefano Ranzani e Roberto Polastri).
Da segnalare ancora la tournée in Oman nel mese di marzo, i progetti speciali (tra cui uno dedicato a Luigi Nono), le iniziative legate all’ambito della formazione per i giovani e i giovanissimi, gli impegni estivi dei complessi artistici del Teatro tra cui spicca il Rossini Opera Festival a Pesaro, nonché le manifestazioni realizzate in collaborazione con la Cineteca di Bologna nell'ambito della Rassegna “Il Cinema Ritrovato” e le manifestazioni in collaborazione con altre istituzioni nel quadro dell'estate bolognese.
Spazio anche alla danza, con l'avvio di una nuova collaborazione con ERT - Arena del Sole per quattro spettacoli, e una nuova produzione de “La Sagra della Primavera” di Stravinsky, affidata a Virgilio Sieni, uno dei più importanti coreografi contemporanei. Si rivedrà poi il classico “Romeo e Giulietta” di Prokofev con la celebratissima Compagnia Djagilev di Perm', e arriverà il musical “Evita” di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber messo in scena in collaborazione con la Bernstein School of Musical Theater di Bologna. Un programma che mantiene, nelle intenzioni, il solco tracciato dal triennio appena chiuso per quanto riguarda l'internazionalizzazione della linea artistica, la valorizzazione del contemporaneo, la formazione e la divulgazione musicale e la sinergia con le istituzioni cittadine.


Info e programma completo: www.comunalebologna.it

(elena percivaldi)

"Tutto proviene dalla terra": un Guillaume Tell magnetico strega Bologna

 Guillaume Tell al Comunale di Bologna (c) Rocco Casaluci
Dieci minuti di applausi e trionfo personale per Michele Mariotti, osannatissimo dal pubblico insieme a tutto il cast. Al Comunale di Bologna ieri sera si dava, dopo quasi sessant'anni – mancava dal 1957, sul podio c'era Molinari Pradelli – e per la prima volta nell'originale in lingua francese il “Guillaume Tell” di Rossini: lavoro complesso, lunghissimo (nella versione filologica dura quasi 5 ore, intervalli compresi), vocalmente impegnativo e come da prassi con balletto. Ed è stata sicuramente una rappresentazione degna di nota, sia sotto il profilo musicale che per la proposta, a tratti decisamente ammaliante, della regia di Graham Vick. Partiamo da qui per dire che a nostro modo di vedere Vick ha sapientemente saputo interpretare le dinamiche di una partitura rossiniana che tra tutte, anche per il suo essere l'ultima e più matura sua composizione per il teatro, è la più ricca di sfumature. Tutto ruota attorno a quattro elementi: la terra, le radici, la casa, la patria. Il primo atto, con gli svizzeri intenzionati – dopo le feste di nozze da toni pastorali - a ribellarsi all'oppressore straniero, è dominato dai movimenti potenti delle masse. Il motto è “ex terra omnia”, tutto proviene dalla terra: gli svizzeri sono il popolo della terra, gli austriaci oppressori coloro che la negano e la violentano. Costringono questa specie di “elfi” a vivere in un mondo estraneo e artificiale e li riprendono, umiliandoli, per il loro becero divertimento. Solo una rivoluzione potrà riportare l'ordine giusto delle cose, ripristinare i valori e il mondo naturale. Ed è quello che accadrà.
Il secondo atto è diviso in due: una parte, intimista ed elegiaca, esalta nella semplicità della scena luminosa di bianco i duetti amorosi Arnold/Mathilde; la seconda si incupisce e l'artefatta teoria di cavalli finti che dominava la scena viene simbolicamente scomposta dai ribelli in tre mucchi - uno per ciascun cantone partecipante: Schweitz, Uri, Unterwalden- al presagire della rivolta. Chiude il virile terzetto in cui Tell, Arnold e Gualtiero giurano in nome degli avi di abbattere l'oppressore. Il terzo atto, che si apre con uno dei cavalli bianchi decapitato e la scena imbrattata di sangue, ha come acme la famosissima scena della mela (preceduta dalla festa in cui i sudditi vengono umiliati dai potenti, con relativo balletto). Il quarto atto è il più intenso di tutti: si apre con Arnold che ricorda il padre assassinato dal tiranno guardando frammenti della sua infanzia contadina proiettati sullo schermo, segue il ritorno di Jemmy liberato da Mathilde e il segnale dell'insurrezione dato incendiando il tavolo a simboleggiare la casa/patria, poi la tempesta e la rivolta proiettati sul megaschermo in controluce e l'epilogo con Jemmy che ascende una monumentale scala rossa proiettata verso il cielo nell'apoteosi finale.

Non si è forse mai detto abbastanza che il vero protagonista dell'opera non è tanto il pur eponimo Tell, pescatore-eroe artefice della vittoriosa riscossa del suo popolo, quanto il giovane Arnold, che subisce nello svolgersi del dramma una vera e propria metamorfosi: da trasognato amato/amante a patriota fervente, con tutti gli annessi e connessi del caso. E lo dimostra anche il trattamento vocale a lui riservato, curatissimo e denso di acuti al limite. Il ruolo è arduo e nella prassi è solitamente interpretato da tenori drammatici, mentre richiederebbe la leggerezza e l'elegia tipica dei tenori francesi sul modello di Adolphe Nourrit, per il quale il ruolo fu concepito (o tutt'al più per il successivo Gilbert-Louis Duprez che plasmò ulteriormente il personaggio). Ieri sera Arnold ha ritrovato questa aderenza filologica grazie anche alla lettura di Michael Spyres: di lui diremo che ha buona intonazione, gradevole timbro, arriva agli acuti ma la voce è forse un tantino leggera e nei momenti di insieme sparisce. Buone, nel complesso, le prove anche di tutto il cast, soprattutto Carlos Alvarez nel ruolo del titolo, la dolce ma risoluta Mathilde di Yolanda Auyanet, l'incisivo piccolo Jemmy di Mariangela Sicilia. Ottimo anche il coro. Splendido il balletto del terzo atto con le coreografie di Ron Howell, che ha magistralmente messo in scena l'abiezione della tirannide, il senso di drammatica impotenza cui soggiace il debole vessato dal potente, la sottrazione della dignità agli oppressi, ridotti a mere marionette. La regia ha mostrato i punti estremi al quale può giungere un'umanità impegnata a prevaricare, nell'esaltazione dell'artificio al parossismo, la natura e i valori che essa sottende. Solo una catastrofe, in senso greco di “rivolgimento” e “ripensamento”, una “rivoluzione” appunto, può portare di nuovo all'ordine giusto delle cose e all'equilibrio. E solo una catastrofe (è pessimismo o prospettiva apocalittica?) può permettere all'umanità, autoviolatasi e votata all'abiezione e alla miseria, di ritrovare, finalmente, se stessa.

(elena percivaldi)